
09 Mag Cosa vedere a Urbino e dintorni
Primi di novembre. Vuoi mettere una qualsiasi domenica di sole con una giornata dal timbro tipicamente autunnale sotto un cielo carico di minacce di pioggia?
Mai rinunciare alle esplorazioni promesse dal weekend. Specie se si tratta di scoprire cosa vedere a Urbino, uno dei posti più belli da visitare nelle Marche. Mai rinunciarci, in nessuna condizione.
E stai a vedere che forse dalle condizioni meteo avverse ne ricavi persino qualche vantaggio. Tipo che nel viaggio lungo l’autostrada ti rendi conto di quanto sia forte e brillante l’autunno nel cuore della Romagna. E di quanti colori si possa vantare quella che fino a poco tempo prima stimavi come la stagione più inutile dell’anno.
Sotto un tappeto pesante di nuvole le colline marchigiane risaltano come la tavolozza di un pittore. Le sfumature splendono. Tu le osservi con calma e ti lasci sorprendere da quell’incredibile varietà.
Ai bordi della strada che mi conduce verso la mia prima volta nelle Marche, in direzione Urbino, la tavolozza si delinea nel verde scuro e resistente delle chiome degli alberi così come nel rosso acceso delle foglie. Rosso che sfuma ben presto nel ruggine, nell’arancio, nell’ocra e nel giallo.
Avrei voluto scattare decine di foto a quella strada, ma ho preferito restare ferma ad ammirarla.
Già solo per questo è valsa la pena sfidare le nuvole.
Cosa vedere a Urbino: i monumenti del centro storico
E vuoi mettere cosa significa arrivare a Urbino in una domenica quasi di pioggia e non trovare nessuno in giro? Avere per sé ogni scorcio, ogni edificio, ogni salita stretta.
Potersi fermare a fotografare le strade in discesa dall’alto e le discese dal culmine delle salite. Sorprendere la cupola del Duomo che fa capolino tra due palazzi. Trovare il cortile interno di Palazzo Ducale immerso nella sua più completa solitudine e poterne immortalare l’anima. Cogliere il silenzio delle piazze e dei vicoli. Innamorarsi del pozzo nascosto nel cortile al quale si accede dal soggiorno della casa di Raffaello. Affacciarsi dal porticato della chiesa di San Francesco e osservare con il naso per aria le piccole strade di questa piccola città mentre si è intenti a ricordare. Mentre ci si interroga su quanta Toscana ci sia in tutto questo, quanto Medioevo emiliano, quanto dei borghi e delle rocche visti in passato.
Cosa vedere a Urbino: la Fortezza di Albornoz
E dopo tante salite e discese potersi allontanare da tutto e riuscire finalmente a vedere il centro di Urbino a distanza. Trovarselo lì, splendente in tutta la sua gloria, proprio davanti agli occhi. Un panorama meritato, goduto dal parco della Fortezza di Albornoz e osservato con i piedi sulla terra ancora bagnata. Da lì si scorge la città incorniciata d’autunno e addobbata con un tappeto verde brillante di erba e foglie.
Ripararsi dalle intemperie non piace a nessuno. Però capite che, in una domenica quasi di pioggia, il fascino di una città è tutto di chi lo cerca. Urbino ha messo nelle mie mani la sua anima più vera, il suo silenzio, la sua solitudine. E a me è piaciuto coglierla com’è nella sua infinita bellezza, senza fronzoli, senza caos e con tracce limitate di umanità.
Cosa vedere a Urbino e dintorni
Urbania
Dopo i suggerimenti su cosa vedere a Urbino, passiamo a quelli sulle immediate vicinanze.
Urbania dista da Urbino una trentina di chilometri. Non vi peserà percorrerli, sarete troppo indaffarati ad ammirare i colori del paesaggio di campagna che vi circonda. Ormai ho capito che le Marche sono così: un’immensa distesa di colori. Qualsiasi stagione le visitiate sapranno farvi sognare.
Urbania è un’Urbino in miniatura: conformazione simile, vicoletti solitari simili, casine simili.
Era autunno quando ho visitato il borgo; ma a giudicare dalla quantità di fiori colorati che addobbavano cortili e finestre si sarebbe detto che fosse primavera. Anzi, a Urbania sembrava proprio che la primavera non se ne fosse mai andata.
Con molta probabilità, se avete mai sentito parlare di Urbania è merito delle 18 mummie custodite all’interno della Chiesa dei Morti, subito all’entrata del borgo. Per noi è stato il principale motivo della visita. 18 corpi che si sono mummificati naturalmente grazie a una muffa. Di certo un grande tema per la scienza. Ma vi assicuro che la cosa più interessante per noi, quel pomeriggio, è stato ascoltare le storie di quelle diciotto persone (prima che diventassero mummie): 18 racconti per 18 morti diverse, tutte avvenute tra il Settecento e l’Ottocento. E lo so che detta così può suonare alquanto macabra. Ma in realtà, grazie alla guida che ci ha presentato le mummie una per volta e ci ha raccontato cosa facessero questi personaggi prima di passare a miglior vita, abbiamo imparato un sacco di cose su com’eravamo qualche secolo fa. Prendetela così, come una lezione di storia mista a cultura e tradizioni popolari; e non resterete impressionati.
Info utile: si può accedere al Cimitero delle Mummie solo se accompagnati da Giovanni, custode e guida. Le visite si svolgono solo a determinati orari, per cui vi consiglio di contattare direttamente Giovanni e prendere accordi con lui (sul site del comune di Urbania trovate il numero di telefono a cui chiamare).
(Dite la verità: per un attimo avete temuto che pubblicassi anche le foto delle mummie, eh?).
Pesaro
Pesaro è una città sorridente. L’ho vista di sera, sempre nella stessa domenica di novembre e di pioggia, e l’ho rivista di recente, sotto il cielo brillante di un pomeriggio di primavera. È la prima risposta che mi sono data quando mi sono chiesta cosa vedere a Urbino e dintorni.
Arrivi a Pesaro e l’odore del mare lo senti subito, non appena scendi dall’auto.
La città appare come una Rimini più definita e, a quanto mi è parso, più vissuta. Pesaro mi dà l’impressione di essere una città gioiosa, piacevole. La gente vive e riempie le strade sempre, a novembre come ad aprile.
Oltre alla Sfera gigante di Pomodoro che luccica dalla piazzetta del lungomare, c’è di più. Ci sono i vicoli del Ghetto Ebraico, ad esempio. C’è la fontana monumentale di Piazza del Popolo. I bar con i tavolini fuori sparsi per le vie del centro. I negozi e le botteghe. Tante librerie, tante basiliche, tante piazzette. I cortili nascosti in cui sbirciare. E i musei, le biblioteche, le case museo che non ho ancora visto.
E poi c’è lui, il mare. E la distesa chilometrica di sabbia sottile che lo precede. Nulla da fare, per me le città strette al mare hanno una marcia in più.
Tornerò ancora, ho voglia di conoscerla meglio. Non so perché ma Pesaro mi sussurra alle orecchie un sacco di cose.
Il Parco del Monte San Bartolo
La svolta di un pomeriggio incavolato. Uno di quei pomeriggi in cui si mette in moto l’auto ancora prima di sapere dove andare. Uno di quei momenti in cui c’è bisogno di cambiare aria, di stare fuori e allontanarsi un po’. E allora la grande macchia verde affacciata sul mare che Google Maps ti indica a un’ora e mezza di distanza si prospetta come la soluzione di cui hai bisogno. La svolta, appunto.
Il Parco Monte San Bartolo è un’immensa oasi verde attraversata da numerosi sentieri nascosti. Quello che non so, prima di raggiungerlo, è che si trova in collina. Lungo la costa ma in collina. Un’immensa oasi che diventa quindi una terrazza panoramica spalancata sul blu della costa adriatica tra Gabicce e Pesaro.
Una passeggiata rilassante tra i boschi e i filari di viti, salutando le poiane e, con un po’ di fortuna, anche il capriolo, la volpe e l’istrice (io tutta questa fortuna non l’ho avuta, mi sono fermata alle poiane, ma di animali nel parco ce ne sono tantissimi). Solo così, respirando la natura a pieni polmoni e lasciando che questo pomeriggio incavolato defluisca lontano dai miei pensieri.
Gradara, il Borgo dei Borghi 2018
A questo punto sono curiosa. Voglio assolutamente verificare con i miei occhi che il titolo di Borgo dei Borghi 2018 sia andato a chi se lo merita (verifica autorevole e soprattutto necessaria, quella da parte mia, eh! Non scherziamo). E così, dopo una passeggiata al Parco del Monte San Bartolo e una sulla spiaggia di Pesaro (far scomparire del tutto una incavolatura è una cosa seria), la visita al borgo di Gradara si presenta come un’assoluta necessità. Per cui, se vi state chiedendo cosa vedere a Urbino e nei suoi dintorni il piccolo itinerario delineato in questo post potrebbe soddisfarvi.
Gradara è qualcosa che non vi capiterà di vedere molto spesso. Borghi belli in Italia ne abbiamo a bizzeffe, certo. Ma Gradara è qualcosa di insolito: è un mondo minuscolo custodito dall’abbraccio di un’imponente cinta muraria. E tornerò anche lì, dato che la Rocca di Paolo e Francesca l’ho conosciuta solo dall’esterno.
A conclusione della giornata, ecco una panchina subito fuori le mura e i raggi rossi del tramonto che scende lento sulle colline: il più bel regalo che Gradara possa fare al mio pomeriggio ex incavolato.
Il titolo di Borgo dei Borghi 2018 è meritato. Oh sì, molto più che meritato.
L’arrabbiatura, invece, è ormai un lontanissimo ricordo.
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Simona
Posted at 11:49h, 23 FebbraioI colori autunnali sono sempre uno splendido sfondo specialmente per città con un patrimonio artistico-architettonico come Urbino..Non male averla avuta quasi tutta per te!
Alla fine di un viaggio
Posted at 11:55h, 23 Febbraiono, infatti, non mi è dispiaciuto affatto 🙂 Grazie per essere passata!
Katja
Posted at 12:55h, 13 GiugnoMi sono innamorata delle Marche, tanto da tornaci due volte nel giro di pochi mesi! Urbino è bellissima e molto carina anche Pesaro: qua mi manca il parco del Bartolo che andrò sicuramente a vedere la prossima volta. Non conosco Gradara: ma sicuramente sarà un altro luogo fantastico di cui innamorarsi! 🙂
Alla fine di un viaggio
Posted at 12:57h, 14 GiugnoSì, Gradara è un gioiellino 🙂 Quest’anno ha avuto infatti l’titolo di Borgo dei Borghi e se lo merita tutto. Spero di tornare presto da quelle parti perché so che ci sono ancora un sacco di cose da vedere. A presto!