15 Feb Roma in tre giorni: il mio viaggio nella capitale eterna
Erano passati anni dalla mia ultima volta nella città eterna. E come già accaduto in passato per altri luoghi, sono andata via da Roma interrogandomi più volte sul perché avessi lasciato passare così tanto tempo e portandomi dietro un carico di voglia e mille promesse di tornarci più spesso. Ho avuto solo tre giorni: visitare Roma in tre giorni è niente, quasi una bazzecola. Uno spuntino veloce che invece di saziarti ti lascia affamata più di prima.
La nostra è la capitale che oltre a lasciarti affamata ti lascia anche senza fiato. Descrivere quello che ho visto a Roma in tre giorni comporta il rischio di banalizzarla. Che termini usare, bellezza? Grandezza? Magnificenza? Qualsiasi espressione suonerebbe riduttiva. Preferisco limitarmi a riportare i miei suggerimenti sulla base dell’itinerario che ho scelto di seguire accompagnandoli, come sempre, al bagaglio di sensazioni che ogni tappa mi ha regalato. Bagaglio dalle dimensioni piuttosto notevoli, considerando che stiamo parlando di una città dove persino l’angolo apparentemente più insignificante nasconde un tesoro. O dove qualsiasi strada si trasforma in un centro monumentale. O dove ogni palazzo, anche quello più anonimo, meriterebbe una foto.
Forse il mio itinerario delle cose da vedere a Roma in tre giorni vi apparirà alquanto scontato e banale, ma una cosa però posso dirvela: è stato tutto speciale. Merito di Roma, sicuramente. Ma, soprattutto, c’entra il fatto che avessi al mio fianco la mia compagna di viaggio preferita. Quella con la quale in fondo ho viaggiato ancora troppo poco. Quella con la quale sono capace di litigare per un asciugacapelli ma poi, miracolosamente, in viaggio va tutto bene e non ci si arrabbia (quasi) per niente. Quella con la quale vorrei girare il mondo molto, ma molto più spesso. Mia sorella.
Ecco, se il mio viaggio nella capitale eterna è stato speciale lo devo soprattutto alla sua presenza.
Cosa vedere a Roma in tre giorni
Pantheon
Oltre a essere una delle cose principali da vedere a Roma, si può dire che il Pantheon sia stato anche la nostra casa durante il soggiorno (a proposito, un consiglio pratico: se riuscite ad alloggiare da queste parti sappiate che la zona è perfetta, comoda e strategica per visitare tante altre attrazioni. Forse non è economicissima ma su Booking si trova sempre qualche offerta interessante. Fine del consiglio pratico).
Se confrontata con l’immensità di alcune delle piazze romane più celebri e importanti, quella del Pantheon sembra quasi un buchino; ma, vi dirò, è uno dei luoghi della capitale che ho sentito più mio. Sarà che per tre giorni ci sono passata e ripassata a tutte le ore del giorno e della sera per tornare al B&b.
Piccola, raccolta ma brulicante di vita e vivacità. I palazzi che la circondano, a tratti quasi vecchi, quasi decadenti, sono bellissimi. Tanti bar e persone (sopratutto giovani) che in ogni momento si fermano per una sosta o una fotografia. E non manca mai l’esibizione di qualche artista di strada. Un preziosissimo microcosmo in cui fermarsi a lasciar scorrere il tempo.
Fontana di Trevi
Visitare Roma e non passare duecento volte dalla Fontana di Trevi per provare a sorprenderla nella sua magnifica interezza senza troppa gente intorno è impensabile. Così come purtroppo è impensabile riuscire a trovarla senza troppa gente intorno. Abbiamo provato a raggiungerla di sera sul tardi ma era come fosse mezzogiorno. Trovare un angolo che fosse tutto per me (e per la mia fotocamera) è stata una missione impossibile. Con o senza turisti, però, quella magnifica interezza rimane comunque impossibile da intaccare.
Piazza di Spagna
L’elemento principe di Piazza di Spagna, secondo me, è la lunga scalinata barocca che conduce alla chiesa di Trinità dei Monti. Più della piazza in sé, più della chiesa. Perché a ogni gradino che fai, che sia verso l’alto o verso il basso, scorgi una prospettiva nuova, una Roma diversa, un angolo che non avevi ancora inquadrato con lo sguardo.
Come per la Fontana di Trevi, anche Piazza di Spagna è una delle tappe che non può mancare tra i suggerimenti su cosa visitare a Roma. Tenete solo a mente che, come per la Fontana, vale il discorso che è davvero quasi impossibile che riusciate a godere della sua bellezza nella vostra solitudine e in assoluto silenzio. Da queste parti incontrerete i vostri colleghi turisti più o meno a tutte le ore.
Piazza del Popolo
Una delle tappe principali che solitamente figurano in un itinerario di viaggio a Roma ma che, a me personalmente, non emoziona più di tanto. Rispetto ad altre piazze della capitale, intendo.
Ma c’è un’immagine che mi porto via da Piazza del Popolo: quella che la raffigura dall’alto della Terrazza del Pincio. La piazza con l’Obelisco Flaminio in centro e Roma immediatamente alle sue spalle, con le cupole grandiose delle sue chiese, il suo profilo inconfondibile, i suoi colli e i viali spaziosi nei quali tuffarsi.
Villa Borghese
Ovvero il luogo dove sono riuscita a incrociare quattro stagioni su quattro, complice una domenica dal clima alquanto incerto.
In un itinerario di Roma in tre giorni, Villa Borghese può rappresentare il vostro meritato momento di pausa dalla città, di quasi silenzio e di relax a contatto con la natura (in primis con i gabbiani, che comunque non mancheranno di farvi avvertire la loro presenza in ogni angolo della capitale).
Magari riuscirete a visitarne solo un pezzettino, giusto il tempo di riprendervi un po’ prima di gettarvi di nuovo nella frenesia delle strade romane. In tal caso, dopo esservi affacciati dalla Terrazza del Pincio, proseguite verso l’interno del giardino. Il viale degli Ippocastani, costeggiato dalle statue dedicate ai personaggi della storia ma soprattutto da alberi meravigliosi, saprà prendersi cura di voi. Scendete poi verso la Fontana Rotonda, altro piccolo angolo di paradiso, ma non dimenticate di fermarvi un attimo davanti all’Orologio ad acqua.
Ovviamente Villa Borghese non finisce qui: al suo interno ci sono ancora metri e metri quadrati di percorsi alberati, statue e monumenti da ammirare.
Lungotevere
Della mia Roma in tre giorni, e in generale delle cose da visitare a Roma, il Lungotevere è quello che mi ha regalato gli sguardi migliori. Di sicuro i più romantici, i più nostalgici.
Roma, vista dalle rive del suo fiume, è pura poesia. Persino quando sulle acque del Tevere si affacciano i palazzi meno vistosi o più normali, sempre ammesso che si possa scovare a Roma qualcosa di “normale” che non salti subito all’occhio.
Abbiamo passeggiato lungo il fiume tutti i giorni, sotto il sole e anche con la pioggia. Di giorno e di sera. E ogni volta ci ha concesso di ammirare un mondo diverso. Panorami bellissimi, come quello della cupola di San Pietro da lontano, così come edifici grandiosi, Castel Sant’Angelo in primis ma anche l’immensa Sinagoga di Roma brillante di luce bianca sotto i raggi del sole.
Piazza Navona
Piazza Navona è, per me, la più bella. Con quella sua forma particolare, che la rende più un rettangolo che una piazza. E i marmi bianchi delle sue tre fontane (Fontana dei Fiumi, Fontana del Nettuno e Fontana del Moro). E le forme barocche e straripanti dell’immensa Sant’Agnese in Agone. E tutti quei colori vivaci sulle pareti dei palazzi intorno, che esaltano ancora di più quel bianco luminoso e quei marmi imponenti.
Ecco, secondo me, dovendosi cimentare nell’ardua impresa di dare suggerimenti su cosa vedere a Roma, Piazza Navona dovrebbe figurare almeno tra i primi quattro posti di qualsiasi elenco. Per cui, se come me visiterete Roma in tre giorni non potete escluderla dal vostro itinerario.
Campo de’ Fiori
Se quel giorno il cielo non fosse stato particolarmente minaccioso e non avessimo avuto sulle spalle già diversi chilometri percorsi per le strade di Roma, avrei sicuramente dedicato più tempo a Campo de’ Fiori. Per cui sarà di certo uno dei primi posti in cui tornerò la prossima volta che metterò piede nella capitale. Ho fatto in tempo a vedere una tipica piazza del mercato, un tipico mercato in cui si vende di tutto, ma proprio di tutto, diverse botteghe con le insegne antiche e, anche qui come in tutta la città, mille straordinari colori. Qualcosa di non molto lontano dal tipo di posto che cerco in ogni luogo che visito.
Per questo devo assolutamente tornare.
Ghetto ebraico di Roma
Una piccola sorpresa speciale dei miei tre giorni a Roma. Il Ghetto ebraico della capitale è, come molti altri ex ghetti che ho visitato in giro per l’Italia e l’Europa, il tipico quartiere che incontra i miei gusti di cittadina. Caratterizzato da una strada più ampia, sulla quale sfilano i principali punti di interesse (il Teatro Marcello, il Portico d’Ottavia e la Fondazione Museo della Shoah) assieme ai tantissimi locali e ristoranti, e un labirinto di vicoli graziosi e stradine secondarie in cui perdersi passeggiando senza meta (a proposito: perdendomi, io ho scovato la piccola piazza in cui si trova la Fontana delle Tartarughe, uno dei principali luoghi di interesse del quartiere).
Il Ghetto ebraico di Roma si trova proprio di fronte all’Isola Tiberina. Passeggiando sul lungotevere ne individuerete facilmente la posizione non appena riconoscerete la Sinagoga (Tempio Maggiore di Roma) che si affaccia proprio sul fiume.
Musei Vaticani
Altro consiglio pratico: acquistate il biglietto d’ingresso ai Musei Vaticani nei giorni precedenti il vostro arrivo, o rischierete di non entrare. Si parla di ore di fila e non vi conviene aspettare così a lungo, visto che già solo per la visita impiegherete più di mezza giornata.
I Musei Vaticani rappresentano una galleria infinita di meraviglie in cui passano in rassegna le nostre epoche storiche, la nostra arte, la nostra cultura. Un percorso così potente da sfinirti.
Fino alla meraviglia delle meraviglie, il tesoro assoluto: la Cappella Sistina. Sono quasi contenta del fatto che al suo interno non si possano scattare fotografie: tutto il tempo che ho passato lì dentro l’ho impiegato cercando di spalancare gli occhi e catturare più dettagli e immagini possibili. Ho cercato di divorare ogni parete con lo sguardo per imprimere nella mia memoria quanti più particolari riuscissi a immortalare. Ma occorrerebbe visitarla almeno un centinaio di volte prima di poter duplicare nella propria mente anche solo una vaga riproduzione di tutto quello splendore.
Tra le esposizioni dei Musei Vaticani che più mi sono rimaste impresse vi sono quelle dedicate alla civiltà etrusca, quella delle Carte Geografiche e la sala delle Carrozze. Gli ambienti, neanche a dirlo, sono uno più bello dell’altro. Non limitatevi quindi a osservare le opere e i reperti: concentratevi anche sui soffitti, sulle pareti, sui corridoi. E se in una delle sale beccate qualche finestra affacciatevi: state pur certi che da lì godrete di un punto di osservazione su Roma più che privilegiato.
Piazza San Pietro
Che dire di Piazza San Pietro, se non che bisognerebbe avere almeno un paio d’ore di tempo per accovacciarsi per terra, nel pieno centro della piazza, e dotarsi della giusta predisposizione d’animo per osservarla a lungo e carpirne ogni minimo dettaglio? A cominciare dai particolari della Basilica di San Pietro, of course, per proseguire con le due fontane, l’obelisco e i portici stupefacenti. E poi sì, ancora una volta, non dimentichiamoci dei gabbiani.
Se c’è una cosa che ho imparato da questa mia esperienza a Roma in tre giorni è che non si può pensare di riuscire ad accedere ai monumenti principali senza mettersi l’anima in pace e fare ore di attesa. Per cui non ho visitato la basilica (c’ero stata in passato ma l’avrei rivista volentieri). La prossima volta giuro che non mi scappa, dovessi arrivare lì davanti all’alba.
Piazza Venezia
Impossibile visitare Roma e non passare da qui, dalla porta d’ingresso che conduce al lungo viale dei Fori Imperiali e infine al Colosseo.
Io e mia sorella siamo passate da Piazza Venezia un’infinità di volte nell’arco di tre giorni. Non che mi sia dispiaciuto, niente affatto. È un altro di quei luoghi dove ogni volta trovi qualcosa di nuovo su cui concentrarti. A cominciare dall’imponente Altare della Patria e le sue bandiere tricolore sventolanti. Ma fosse solo quello.
Fori Imperiali
Il lungo viale dei Fori Imperiali mi è apparso come una sintesi preziosa e rappresentativa della grandezza di Roma che fu. Non credo che al mondo esista qualcosa di simile.
Uno spettacolo gratis, al servizio di tutti. Per la meraviglia di noi tutti.
Dal Foro Traiano (introdotto dalla famosa Colonna Traiana) al Foro di Augusto e, di fronte, il Foro di Cesare. Tutto intorno statue, reperti, colonne e micro templi che non sto neanche a dire.
Per vedere molto di più e più da vicino, entrate al Palatino, sempre ammesso che l’orario e le file in biglietteria ve lo concedano.
Anche dai Fori Imperiali sono passata più volte e in diversi momenti della giornata, sera compresa (e vi suggerisco di non privarvi dello spettacolo di vederli illuminati). Ma l’immagine più bella che mi porto dietro è quella che li vede illuminarsi sotto i raggi rosati del tramonto. Ecco, se riuscirete a percorrere il viale dei Fori Imperiali al tramonto vi assicuro che cucirete sul vostro cuore una fotografia dai contorni e dai colori indelebili.
Colosseo
E quale potrebbe essere un’altra delle prime cose da vedere a Roma in tre giorni se non lui?
Simbolo di Roma ma anche dell’Italia intera, una delle cose che qualsiasi individuo proveniente da qualsiasi paese al mondo riconoscerebbe immediatamente come appartenente al nostro bagaglio storico, culturale e architettonico. Il Colosseo. La piazza delle lotte tra uomini e bestie inferocite ma anche tra uomini e uomini. Tra lottatori valorosi ma soprattutto tra poveri schiavi. L’arena dei divertimenti crudeli, il contentino che i potenti dell’antichità concedevano al popolo.
All’epoca io non c’ero, ma in testa mi ronza l’idea che il Colosseo trasudi più grandezza oggi che non allora. Un tempo si godevano lo spettacolo dei combattimenti; per noi, lo spettacolo è visitare questa immensa struttura circolare piena di finestre, che ha resistito al tempo e alla gente. Oggi, passeggiare tra i corridoi del Colosseo è un’emozione; chissà, forse gli antichi lo consideravano invece come un palco qualsiasi.
Visitare Trastevere di sera (ma anche di giorno)
Quando prima ho citato il Ghetto l’ho definito come un tipo di quartiere che solitamente mi piace molto esplorare. Se penso a Trastevere nella mia testa si delinea l’esatta tipologia di posti che amo in assoluto (sia in viaggio e sia nella normalità). Gli elementi affinché Trastevere diventi uno dei miei luoghi del cuore ci sono tutti: i vicoli, le facciate trasandate, la street art, i dettagli colorati, le osterie e i locali più alla buona. Non mi sono accontentata di trascorrerci una serata: ci sono tornata il giorno dopo, volevo catturarne l’atmosfera anche alla luce del sole.
E che dire, tutto quello che ho visto mi è piaciuto. Quasi quasi la prossima volta cerco una stanza da quelle parti. Tra le cose da fare a Roma dovete mettere in conto un’esplorazione approfondita del quartiere. Trastevere è diverso da tutto quello di cui ho scritto finora, da tutte le altre attrazioni della capitale. È un po’ come fosse un mondo a parte, una Roma a sé. Più alla mano e a dimensione umana. Uno di quei luoghi che sembra fare spazio a chiunque si avvicini.
Bocca della Verità
Non avevamo messo in conto di vederla, ma a quel punto eravamo così vicine che non abbiamo ceduto alla tentazione di scattare la solita foto con la mano dentro la temibile Bocca della Verità.
Se volete cedere anche voi allo stesso incontenibile desiderio sappiate che la Bocca della Verità si trova a due passi dal Tevere, nella piazza che porta il suo stesso nome, sotto il portico della Chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Con molta probabilità, anche in questo caso, prima di scattarvi la foto, vi toccherà fare un po’ di fila. Dopo aver raggiunto il vostro obiettivo, però, dedicatevi alla piazza di fronte alla chiesa che è un mini monumento: un giardino aperto che ospita sul suo suolo la Fontana dei Tritoni, il Tempio di Ercole Vincitore e, poco più in là, il Tempio di Portuno.
Ve lo dicevo io che a Roma non si sa dove poggiare lo sguardo, talmente tante sono le cose da osservare.
Dove mangiare a Roma: i miei suggerimenti
E dato che anche il gusto vuole (giustamente) la sua parte, passo ai consigli culinari.
Prima di tutto, però, un doveroso avviso: se decidete di sedervi a pranzare o cenare in trattoria o in un ristorante, sappiate già che sarà difficile contenere i costi. Il centro di Roma è caro un po’ ovunque.
I posti in cui ho speso meno sono due locali di Trastevere e sono anche i primi che voglio segnalarvi: Cajo e Gajo e La Trattoria degli Amici. Nel primo ho gustato una Cacio e Pepe che credo che non dimenticherò mai; anzi, è il posto che mi ha fatto scoprire e due secondi dopo innamorare della Cacio e Pepe (piatto che, non so come mai, avevo sempre snobbato).
Alla Trattoria degli Amici ho replicato con la Cacio e Pepe, ma ve la segnalo soprattutto per l’intento sociale che la governa: il locale è infatti gestito dalla Comunità di Sant’Egidio e a lavorarci sono gli stessi ragazzi della comunità. Si mangia bene, sono tutti gentili e sorridenti, e l’ambiente è vivace e colorato: nelle sale interne sono infatti ospitate le opere realizzate dai ragazzi della comunità durante alcuni laboratori d’arte.
Il Ghetto ebraico è un altro quartiere pieno di trattorie e ristoranti tipici. I locali presenti propongono soprattutto ricette romane e cucina kosher. Per quello che ho visto, però, rispetto a Trastevere, i prezzi salgono. Io ho cenato al Giardino Romano, praticamente accanto al Portico d’Ottavia. La mia parmigiana di carciofi era fenomenale (a proposito: il ghetto è il regno delle prelibatezze a base di carciofi).
Infine, se volete concedervi un pasto più economico e veloce, fermatevi alla Pagnottella gourmet in via Tacito, nei pressi di Castel Sant’Angelo. Il menu comprende una vasta scelta di panini imbottiti ma anche insalate, centrifugati e dolci. Per due panini, un centrifugato e due bibite abbiamo speso circa 20 euro. Altrimenti, una soluzione ancora più economica sono le tantissime gastronomie o i panifici che propongono pizza al taglio, supplì e altri tipi di street food che troverete disseminati per la città.
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