26 Giu Burano, 10 cose da vedere e da fare
Se avete in programma una vacanza a Venezia (che è sempre una buonissima idea) fatevi un (altro) regalo: fermatevi un giorno in più, prendetevi del tempo per salire su un vaporetto e visitare Burano.
Burano è uno dei tesori della laguna veneta, una piccola isola che non conta neanche tremila abitanti, famosa in tutto il mondo per essere una tavolozza di casette vivacemente variopinte. E quando parlo di vivacità dei colori, credetemi: una passeggiata per le vie di Burano è davvero capace di tirare su il morale persino a chi ha vissuto la più nera delle giornate.
Anche se avrete a disposizione solo poche ore per visitarla sappiate che ne vale comunque la pena. Per quanto possa essere un’isola turistica rimarrà sempre un luogo caratteristico, unico (o quasi) al mondo e in grado di far viaggiare indietro nel tempo, a un passato che, anche se non sembra, esiste ancora, basta solo scavare un po’ sotto la superficie.
Desideravo andarci da anni. Con grande gioia, e con un ancora più grande desiderio di farvi presto ritorno, qui di seguito vi racconto le cose da vedere a Burano.
Gita a Burano, le cose da vedere
Un paio di ore sono sufficienti a esplorare questa piccola isola sorta a una decina di chilometri da Venezia. E, vi avviso, bastano solo pochi minuti per amarla.
Poi, che trascorse le due ore e visti i principali punti di interesse non abbiate per nulla voglia di riprendere il vaporetto e andare via, quella è un’altra storia. E saprete raccontarmela, fidatevi.
Che ne dite, siete pronti per salpare alla volta di Burano e delle sue piccole cose da vedere?
Salutare l’Attesa di Pace
Appena scesi dal vaporetto che vi ha condotto a Burano, la prima cosa che troverete ad accogliervi è l’Attesa di Pace, realizzata da Remigio Barbaro. Lo scultore, originario di Burano, visse sull’isola quasi tutta la vita e lo fece da eremita, coltivando il sogno di trasformare la sua abitazione in una casa-museo straripante dei suoi lavori.
L’Attesa di Pace risale ai primi decenni del Novecento e si trova a poca distanza dalla casa dove lo scultore visse e proprio nel piazzale da cui partono e arrivano i vaporetti per Venezia e le altre isole della laguna. Ho fatto qualche ricerca ma sembra quasi impossibile reperire il significato che Barbaro voleva affidare alla sua opera. Provando a fare qualche ipotesi, considerata anche la collocazione della statua a pochi passi dalla riva, l’attesa potrebbe essere quella di chi aspetta che i propri familiari (pescatori) rientrino a casa dal mare. O quella di un’amante che spera di rivedere il proprio amato. O forse, è semplicemente quella di chi desidera ricevere un segno dalla vita, qualunque esso sia.
Arrivare in piazza Baldassarre Galuppi
Uno dei primi suggerimenti da dare a chi si chiede cosa vedere a Burano è quello di percorrere la strada principale in tutta la sua lunghezza e raggiungere così l’unica piazza dell’isola, piazza Baldassarre Galuppi. Non faticherete molto a individuare la strada principale: la riconoscerete grazie alle decine di locali, negozi e botteghe che ne animano i marciapiedi. Oppure, vi basterà seguire la direzione del campanile storto della Chiesa di San Martino Vescovo, che si trova proprio in piazza.
Giunti a destinazione farete la conoscenza del signore al quale la piazza è intitolata: il busto di Baldassarre Galuppi, anch’esso opera di Remigio Barbaro, si trova proprio al centro, tra decine di edifici color pastello. Fu un compositore, cosa che lo rese una delle personalità più famose dell’isola colorata. Da qui, l’appellativo di “Buranello”.
Poco distante, un vecchio pozzo in pietra d’Istria che nasconde una piccola fontana. Ancora qualche passo più in là, ecco uno dei punti di maggiore interesse di Burano, il Museo del Merletto.
Visitare il Museo del Merletto
Non ho mai avuto la passione per il cucito, lo ammetto. La mia unica esperienza con ago e filo risale alle scuole medie, quando mi divertivo con il mezzo punto, ma poi è finita lì. Ma ovviamente, tra le cose da vedere a Burano non potevo rinunciare per nulla al mondo a visitare quel tempio della tradizione e del sapere che si cela all’interno del Museo del Merletto.
Il museo, una vera istituzione per l’intera laguna di Venezia, si trova in piazza Galuppi, nella sede di quella che un tempo fu la Scuola del Merletto, chiusa ormai da quarant’anni. Lì dentro si sono sviluppate passioni e abilità, alimentate con pazienza, costanza e immensa forza di volontà.
Il percorso espositivo comincia con la proiezione di un filmato che racconta la nascita della tradizione del merletto di Burano (avvenuta all’incirca nel Cinquecento), svela le diverse tecniche messe a punto dalle merlettaie e narra dell’ammirevole dedizione di queste donne nei riguardi del loro lavoro. Al museo si ammirano poi tessuti e lavorati preziosi, ma anche le opere di artisti che amavano ritrarre le merlettaie al lavoro. Tuttavia, non posso negare che il momento più emozionante della visita sia stato vedere due di queste abili ricamatrici all’opera, proprio davanti ai miei occhi. Stavano sedute su una sedia di legno accanto alla finestre ed erano intente nelle loro chiacchiere in veneziano stretto, mentre le dita si muovevano agili e veloci tra i fili. Con la sicurezza e la fermezza (invidiabili) di chi sa di aver dedicato ogni momento della propria vita a qualcosa di unico, che non morirà mai.
Passeggiare tra le case colorate di Burano
Sembra che, nelle sere di nebbia, i colori accesi aiutassero i pescatori a orientarsi e a riconoscere facilmente la propria abitazione. Ho trascorso una giornata a camminare tra le strade di Burano cercando di capire quale tra le centinaia di case colorate fosse la mia preferita ma, ovviamente, non sono giunta a una conclusione.
Le casette colorate sono, ovviamente, il motivo principale per il quale ho programmato la mia gita sull’isola (cosa che vale un po’ per tutti). Mentre camminavo le osservavo e no, non ne ho mai viste due di fila dello stesso colore. Le tinte sono le più squillanti, le più vivaci, quelle in grado di fare luce persino nelle giornate di tempesta.
Viola, rosso, blu, verde, arancio, fucsia; un arcobaleno di piccoli blocchi di cemento tutti simili per altezza e larghezza. È il colore a fare la differenza. Così come i tanti piccoli dettagli preziosi che ogni abitazione esibisce: che siano, ad esempio, i fiori sul davanzale, la bicicletta lasciata davanti all’ingresso, i vasi delle piante dalle mille sfumature, le tende impreziosite dai merletti. Insomma, a Burano ogni casa è un piccolo monumento. E vorrete fotografarle tutte.
Allontanarsi dalle strade più turistiche
Non so se molte guide su cosa vedere a Burano vi daranno il consiglio che sto per darvi io, ma voi provate comunque a seguirlo.
Il fatto è che io quel giorno sono arrivata a Burano con una lista di cose da vedere (che poi sono quelle di cui vi parlo in questo post) e un itinerario più o meno tracciato in testa. Nulla di più sbagliato. La meraviglia del visitare posti come Burano non è completa se, oltre a seguire guide e percorsi più turistici, non si decide di sviare. Di allontanarsi quasi a casaccio, camminando spinti solo dalla curiosità e dalla assoluta certezza che persino in luoghi molto patinati (non è il caso di Burano) o molto frequentati (stavolta invece è questo il caso) si senta ancora battere un cuore sincero, e si intraveda un volto autentico ma più riservato, che non si mostra a tutti.
Fuori dalle strade più battute di Burano, vi è un tripudio di panni stesi al vento, cortili solitari immersi nel sole e pareti graffiate. Nei muri di alcune case è rimasto solo un velo sottile dell’antico colore. Alcune avrebbero bisogno di essere messe a posto, altre sono invece bellissime così, proprio perché mostrano i segni del tempo e delle vicende.
Sono i luoghi appartenenti alle famiglie e ai vicini di casa che bussano alla porta. I luoghi del minuscolo ufficio postale e del mini market. Delle cucine che liberano i profumi del pranzo, delle finestre spalancate dopo aver lavato i pavimenti.
Se decidete di prendervi qualche momento per curiosare in questi borghi di vita vera fatelo in punta di piedi, con calma e rispetto. E non preoccupatevi di lasciar andar giù qualche lacrima, ma ricordatevi anche di sorridere a tutto ciò che vi verrà incontro.
Cercare la Casa di Bepi Suà
E tra tutte quelle casine colorate ce n’è una che probabilmente è la più famosa della laguna.
Bizzarra, e con la facciata dipinta con le più disparate forme geometriche, la Casa di Bepi Suà è quella che chiunque, messo piede a Burano, cerca. Non so dirvi esattamente come arrivarci, io mi ci sono trovata un po’ per caso (nel senso che per caso mi sono messa sulla strada giusta) e un po’ per merito di Google Maps. E consiglio anche a voi di consultarlo, perché questa casina eccentrica si nasconde in un nugolo di di vie strette e leggermente fuori da quelle più turistiche. Ad ogni modo, insistete: Burano è piccola e non farete fatica a trovarla.
Chi era Bepi? Un signore molto conosciuto nel suo quartiere, che quando non era impegnato a organizzare il cinema all’aperto o a vendere caramelle dava libero sfogo alla sua fantasia decorando i muri esterni della sua abitazione. Era un mito per tutti i bambini dell’isola, ma anche qualcuno che avrei voluto fortemente che mi conducesse per mano tra le stanze della sua casa. Chissà se riuscirò a visitarle, prima o poi.
Ma anche se dovremo accontentarci per sempre di rimanere in attonita ammirazione dell’esterno dell’edificio va comunque benissimo; e vale la pena includere la casa di Bepi Suà tra le cose da vedere a Burano.
Salire sui Tre Ponti
E così, ho scoperto che i Trepponti non sono caratteristici solo della mia amata Comacchio, ma anche di Burano. In realtà, i Tre Ponti di Burano sono meno vistosi e monumentali di quelli della cittadina emiliana. Tuttavia, vale la pena salirci e, una volta su, fare un giro su se stessi, per divorare con lo sguardo tutta la bellezza circostante. I Tre Ponti sono infatti costruiti in modo da collegare tre canali e tre strade particolarmente pittoresche del centro di Burano. Il che vuol dire poter osservare, da un punto di vista leggermente rialzato e dunque privilegiato, la vita vivace che scorre tra le botteghe, i ristoranti, il passeggio e le barche ormeggiate sull’acqua. È come dare uno sguardo d’insieme a questa microscopica tavolozza urbana, come riuscire ad abbracciarla tutta con un solo gesto.
Ne ritrarrete un’immagine di meraviglia, che vi si cucirà dritta nel cuore.
Curiosare tra le botteghe d’arte e i negozi di merletti
Qualsiasi guida su cosa vedere a Burano non potrà fare a meno di menzionare i negozi.
Artigianato e tradizione rappresentano infatti il completamento perfetto delle case colorate, dei canali e delle altre cose da vedere. Quello dei merletti è un saper fare pregiato, che come abbiamo visto affonda le sue radici in un tempo lontano ma che è miracolosamente sopravvissuto e reperibile anche ai giorni nostri. Ne sono testimonianza le decine di vetrine che incrocerete per le vie del centro. Fermatevi ad ammirare forme e ricami, i proprietari di ogni bottega saranno fieri di raccontarvi storia, origine e metodo di tessitura di ogni singolo merletto esposto.
Per le vie di Burano, il merletto non è l’unico prodotto di una tradizione di valore. Accanto a vesti, centrini e tessuti finemente ricamati compare infatti la delicatezza del vetro. Forme e colori che raccontano l’arte e l’alta maestria dei vetrai di Murano, l’isola delle fornaci poco distante (e che conto di visitare presto).
A questi tesori inestimabili si accompagna il lavoro di pittori, scultori, artisti del legno e creativi. Tutti espongono le loro piccole meraviglie lungo i canali più colorati al mondo rendendosi parte attiva, integrante e caratterizzante del tessuto culturale, sociale e urbano dell’isola.
Assaggiare i biscotti Bussolai
Non pensate neanche per un momento di visitare Burano e non assaggiare gli ottimi bussolai. Ne vedrete tanti, così come i merletti e i vetri, e vi ingolosiranno. Ne sono colmi i banconi e gli scaffali di forni, bar e pasticcerie, che ne propongono sia la ricetta originale che le numerose varianti moderne. I bussolai sono i biscotti tipici di Burano, li riconoscerete per la caratteristica forma a esse. Un impasto semplice, con ingredienti che si contano sulle dita di una mano, per un sapore delicato e indimenticabile, quello dei biscotti di una volta. Un profumo genuino che inevitabilmente ricorda la cucina della nonna.
La mia porzione di bussolai l’ho avuta al Bar Cicchetteria da Gigetto, a pochi passi da Piazza Galuppi. In realtà non si tratta di un semplice bar, ma di una trattoria dove accomodarsi per gustare i piatti tipici dell’isola. Per me, i bussolai (con panna) hanno seguito un piatto di deliziosi cicchetti, le tartine farcite di mille bontà tipiche di Venezia e dintorni.
Una passeggiata all’isola di Mazzorbo
Avete ancora a disposizione un’ora o due prima di riprendere il vaporetto che vi riporterà a Venezia (o verso una delle altre isole della laguna)? Vi dico io come impiegarle.
Giunti al porticciolo di Burano, lasciatevi alle spalle la distesa di casette variopinte e gli sguardi curiosi dei turisti che avrete incrociato nell’arco della giornata e dirigetevi verso quel ponte di legno scuro che avrete sicuramente notato mentre eravate ancora sul vaporetto, durante il viaggio d’andata. Il “Ponte Longo”, che è pedonale, collega Burano a Mazzorbo, forse l’isola più solitaria e silenziosa della laguna. La sorella “timida” di Burano, sonnacchiosa come una periferia dove pochi turisti si avventurano. Mazzorbo si compone di più parti, separate tra loro dai canali. In meno di un’ora avrete percorso tutta la parte direttamente collegata a Burano. Ad accogliervi e incuriosirvi, subito a ridosso del ponte, l’immensa Tenuta Venissa, con il profumo dei suoi vigneti carichi di uva Dorona, una varietà locale. Da lì, potrete prendere la strada che costeggia la laguna e concedervi una passeggiata riposante all’ombra di alberi alti e accoglienti. Nel frattempo, vi guarderete attorno e vi basteranno pochi sguardi per entrare in sintonia con il carattere pacifico dell’isola.
Giunti al cimitero, seguite la strada e raggiungete le Fondamenta di Santa Caterina, lungo il cui canale si sviluppa il minuscolo centro di Mazzorbo. Due o tre locali in cui sostare per un pranzo, il piccolo molo con la fermata dei vaporetti, poche case e, soprattutto, un campanile trecentesco che svetta su tutto. È quello della Chiesa di Santa Caterina, edificio antichissimo e prezioso, le cui origini si intrecciano a quelle del monastero benedettino che un tempo la affiancava. Il suo campanile sembra sia il più antico della laguna di Venezia.
Mazzorbo è un luogo che va scoperto con curiosità e allo stesso tempo con profondo rispetto. Non si fa notare, non ammicca e non chiama nessuno a sé, ma aspetta pacificamente che ci si avvicini. E, dopo aver esaurito le cose da vedere a Burano, io vi consiglio di farlo.
Come arrivare a Burano da Venezia
Con il vaporetto, ovviamente. Il che rende il tutto ancora più irresistibile.
Avete diverse possibilità per raggiungere Burano (e le altre isole della laguna) da Venezia e viceversa. Dipende da dove preferite partire. Io sono arrivata a Venezia in treno, per cui ho scelto il percorso più comodo per raggiungere Burano partendo proprio dalla stazione di Venezia Santa Lucia: dalla fermata “Ferrovia C”, posta proprio davanti all’entrata della stazione, ho preso la linea 3 di Actv che mi ha condotto al faro di Murano. Una volta lì, sono scesa e ho proseguito con il vaporetto n. 12 fino a Burano.
Sappiate, però, che lo stesso vaporetto n. 12 passa anche dalla fermata di Fondamente Nove, a Venezia: se siete più comodi potete prenderlo direttamente da lì (ed evitare quindi il cambio a Murano).
La linea 12 passa anche dalle altre isole della laguna: Murano, Mazzorbo, Torcello, Treponti e Punta Sabbioni.
Il biglietto della tratta Venezia – Burano (solo andata) costa 7,50 euro. Potete acquistarlo alle biglietterie che si trovano proprio accanto ai moli di partenza oppure, come ho fatto io (ed è stata una soluzione comodissima, specie per evitare le code e sbrigarmi prima), tramite l’app di Avm/Actv, l’azienda dei trasporti veneziani.
L’estate avanza (e il caldo pure) e immagino che anche voi, come me, abbiate una voglia matta di mare. Se siete in cerca di ispirazione per i vostri prossimi viaggi e gite fuori porta, vi suggerisco quindi di dare un’occhiata agli altri miei articoli dedicati ad alcune cittadine costiere: ecco cosa vedere e cosa fare a Cefalù, Chioggia (per restare in Veneto), Grado, Senigallia, Cesenatico, Riccione o Otranto. In alternativa, vi segnalo il mio itinerario della Sicilia Orientale, la mia guida ai posti imperdibili del Salento, cosa vedere a Napoli in un weekend e dove andare al mare in Toscana.
No Comments