09 Dic Questo Natale non andrò a Catania
Quest’anno, a Natale, Catania mi mancherà, perché non ci andrò.
In un primo momento, quando ho saputo che avrei trascorso le vacanze natalizie in terra emiliano-romagnola, ho esultato pensando ai 250 euro che in media, negli ultimi dieci anni, ho speso di aereo per raggiungere la mia città per le feste e trascorrerci 4 giorni appena. Poi, però, è subentrata la nostalgia. Perché, non so come mai, Catania in questo periodo mi manca un sacco.
E allora ho cominciato a pensare a tutte le cose che nel mio Natale non ci saranno, cose che non vedo da agosto e adesso chissà quando se ne riparlerà.
Ad esempio, non ci sarà il mare di inverno, a volte burrascoso ma quasi sempre blu, che brilla sotto un sole che riscalda anche a dicembre. E il cielo pittoresco, che quando non è limpido si riempie di disegni fantasiosi mai uguali a se stessi. E non ci saranno neanche le camminate lente al lungomare, tra bancarelle scarse e bambini urlanti, fatte a pieni polmoni per riempirli del profumo di salsedine da portarsi su al Nord. E non ci saranno neanche i panorami da Acitrezza e Acicastello, proprio ora che siamo nella stagione in cui è più facile goderseli perché non c’è troppo casino. E non ci saranno neanche le casette dei pescatori di San Giovanni Licuti, con quella spiaggia quasi inutile piena di sassi giganti e con quella baia dove il mare è così calmo da sembrare dipinto.
E mi mancheranno le luci del centro storico di sera, con la via Etnea che scivola lenta tra piazza Duomo, piazza Università e Piazza Stesicoro. E il Nievsky, posto storico che per me, nonostante siano passati tanti anni, fa sempre tanto casa. E mi mancheranno anche i gradini della scalinata Alessi che ogni volta percorro con il terrore di mettere il piede su qualche bicchiere abbandonato e di inciampare addosso a qualche coppietta.
E non ci sarà neanche il casino dell’Ostello, con le sue sedie colorate e i suoi tavoli che negli anni hanno occupato sempre più spazio nella piazza (tanto che le auto non ci passano quasi più), dove ormai, prima di sederti, devi metterti in lista e aspettare che si liberi un posto. E i litri di zibibbo che negli anni ci ho bevuto, là fuori.
E mi mancherà anche la Catania vecchia dietro gli archi della Marina, con l’odore persistente della pescheria, i suoi colori scuri e le vie strette dove non passa un’anima. E mi mancherà l’aspetto trasandato di Catania, il suo essere sempre in disordine, la sua faccia consumata dal mare e dalla cenere del vulcano.
E neanche l’Etna ci sarà a Natale, con le sue pareti quasi certamente bianche, l’immancabile nuvoletta di fumo in cima e il suo sorriso che fa capolino tra gli edifici del centro.
E mi mancheranno gli arancini di Ernesto, i cannoli di Ambra e le scacciate di un qualsiasi panificio. E le cartocciate, gli involtini, il pesce spada e le granite (io le mangio anche di inverno, embè?). Per me non ci sarà neanche il profumo di arance e mandarini, quelli veri, quelli di cui sono capace di consumarne chili su chili nell’arco di pochi giorni.
E sì, persino il traffico di Catania mi mancherà, anche se a Natale diventa insopportabile congestionando tutto il centro fino al corso Italia, il lungomare e persino il mare. E i clacson strombazzati a tutte le ore dai catanesi impazienti, le auto che girano senza mettere la freccia, quelle ferme in tripla fila davanti ai negozi e quelle che non hanno ancora capito a chi dare la precedenza alle rotatorie. Persino i giri interminabili che tocca fare attorno allo stesso isolato prima di riuscire a trovare un benedetto parcheggio.
E mi mancherà casa mia, con la stanzetta bianca e azzurra che è la stessa da trent’anni esatti, dove sono cambiate solo alcune delle foto appese alle pareti. E il mio bagno con il box doccia troppo stretto, il soggiorno disordinato e la cucina che pare sempre un campo di battaglia. E il ripostiglio dove si infila qualunque cosa che non trovi una collocazione altrove. E il lungo balcone dal quale si scorge un pizzico di mare.
E mi mancheranno le persone, sia quelle che da lontano non riesco più a seguire, le cui vite sono diventate storie a puntate che mi faccio raccontare a singhiozzi, e sia quelle che non devo aspettare di essere in Sicilia per ritrovarle. Ma, per fortuna, la persona più importante, quella che a Catania ha avuto il coraggio di ritornarci, quella di cui sento la mancanza per undici mesi l’anno, a Natale non mi mancherà, perché sarà con me. Anche se solo per pochi giorni.
E, insomma, non ci sarà Catania a Natale, quest’anno. Non è grave, solo strano. Perché è la città da cui provengo, quella che mi ha cresciuta e, che io lo voglia o no, che lo accetti o no, è la città che continuo a identificare con casa mia senza neanche rendermene conto. Il posto dove, nonostante non ci viva più da dieci anni, mi sembra sempre più naturale trovarmi.
Elisa_dirittoallameta
Posted at 11:08h, 09 DicembreQuando ho dovuto pagare 280 euro per tornare a Catania per rimanere 4 giorni ho pensato: “uffa, avrei potuto spenderli per un weekend!”, ma adesso ti confesso, che più si avvicina il Natale e più ho voglia di casa e famiglia… quindi ti capisco perfettamente! ?
Alla fine di un viaggio
Posted at 23:11h, 09 DicembreSì, quando stai lontano è inevitabile… periodicamente, durante l’anno e non solo a Natale, ti viene la voglia di tornare.. 🙂
Ambra
Posted at 20:56h, 11 DicembreE chi è quella persona? ☺
Alla fine di un viaggio
Posted at 08:27h, 12 DicembreMusa 🙂
Giulia
Posted at 22:34h, 11 DicembreCome ti capisco, due anni fa ho speso quasi 300 euro per tornare a casa per Natale (purtroppo ho ottenuto le ferie all’ultimo minuto), ma penso di non aver rimpianto neanche mezzo centesimo. Anche per me il mare d’inverno è un classico, un giretto a Ostia beach è d’obbligo 🙂 Un abbraccio!
Alla fine di un viaggio
Posted at 08:29h, 12 DicembreCiao Giulia! Vero, sono soldi ben spesi. Per il mare, la cucina di casa e l’abbraccio dei propri cari ne vale sempre la pena 🙂
robisceri
Posted at 16:06h, 14 DicembreChe bello questo articolo, alla faccia dei tanti blogger che disprezzano i post emozionali. Io li trovo davvero originali, invece, se nel contempo riescono a dare delle indicazioni. Dico io: che me ne frega di un post con, in allegato, una mappa del luogo, che in realtà posso trovare ovunque nel web? Non so, forse hanno più successo, ma io trovo che gli articoli così sentiti siano sicuramente quelli più autentici. A proposito: splendida Catania! Ci sono stata diverse volte, soprattutto l’anno scorso, e ho pensato che sarebbe bello viverci..
Alla fine di un viaggio
Posted at 16:38h, 14 DicembreChe meraviglia! Grazie, Roberta! Hai perfettamente colto l’intento del mio blog: post in cui si trovano gli elenchi delle cose da vedere in ogni luogo ce ne sono centinaia e centinaia; a me interessava fare qualcosa di diverso, di più profondo e personale. Forse avrò meno successo ma almeno avrò scritto quello che più mi preme raccontare! 🙂
Per quanto riguarda Catania, sono contenta che tu ci sia stata e che ti piaccia. Ha sicuramente tanti lati positivi (e alla fine sono questi quelli di cui sento la mancanza); però il problema è che, vivendoci, ti rendi conto anche di tutti quelli meno positivi 😀
Ti abbraccio forte!!!
Cetty
Posted at 20:18h, 14 DicembreHo il sospetto che anche tra altri dieci anni Catania rimarrà sempre “casa”…
Un abbraccio mentre leggo commossa quest’articolo così toccante!
Alla fine di un viaggio
Posted at 21:50h, 14 DicembreCettinitta… <3 <3 <3
unonessunocentomila
Posted at 20:05h, 10 GennaioHai detto bene, vivendoci ti rendi conto del resto…Che bella Catania, da turista quanto è bella Catania!
Alla fine di un viaggio
Posted at 08:39h, 11 Gennaiosei siculo anche tu? 🙂
unonessunocentomila
Posted at 10:04h, 11 GennaioEh sì…diciamo