Alla Fine di un Viaggio

Atene, cosa vedere in una capitale che sorprende

atene cosa vedere

Ad Atene si sente la musica. Non sempre ne riconosco le note, perché qui risuonano forte i brani della cultura tradizionale, nonché quelli degli artisti locali. La musica è ovunque: pervade le strade, ti aspetta dietro l’angolo, ti fa compagnia mentre ceni in taverna, augura la buona notte alle piazze quando ormai la serata giunge al termine.
La musica permea anche le mie prime impressioni su Atene. Tendo le orecchie per afferrare meglio le melodie e al contempo spalanco gli occhi per capire dove sono e cosa mi circonda. 
Prima di atterrare, della capitale delle Grecia avevo pensato tante cose, e mi era stato detto di tutto. Ma, per fortuna, ogni viaggio, come sempre, ti trasporta in una realtà completamente diversa da quella che avevi immaginato. D’altronde, non ho scelto il titolo “una capitale che sorprende” per caso. Con Atene, infatti, è stato così: nei miei tre giorni di permanenza ho accumulato strati su strati di impressioni diverse, le ho costruite, ribaltate, cambiate e demolite una dopo l’altra, per poi crearne di nuove. Da tutto questo, ne ho comunque ricavato una moltitudine di sensazioni che ancora adesso, che sono rientrata da neanche un paio di settimane, è complesso sintetizzare. 
Sui social avevo promesso che avrei delegato al blog il resoconto di questa sintesi difficilissima, e così proverò a fare. Nel frattempo, vi racconterò anche cosa vedere ad Atene, avendo avuto la fortuna (e la capacità, non lo nego) di realizzare un itinerario piuttosto denso e variegato.

atene cosa visitare in 3 giorni

Ma torniamo alle prime impressioni. Atene è tantissime cose insieme: è una cittadona del Sud, qualunque cosa questo voglia dire. È balcanica, sicula, ottomana, europea. È millenaria ma esplode di gioventù. È caotica, luminosa, a volte addirittura accecante, imponente, frizzante, strabiliante. È decadente, a tratti quasi fatiscente. Non ovunque, sia chiaro, ma lo è persino in alcune delle zone più in evidenza (nei pressi di Monastiraki, per intenderci), dove non capita quasi mai di vedere un marciapiede integro, né due palazzi uguali. Le necessità edili, qui, hanno spinto forte soffocando qualsiasi esigenza estetica. 
Tuttavia, da questo, e da chissà quante altre istanze, deriva una delle prime cose che si notano di Atene (e che per me è sempre ricchezza): la street art. Graffiti e muri multicolore non ti abbandonano mai durante la visita alla capitale greca, un po’ come la musica. L’arte di strada risponde all’urgenza di trasmettere messaggi sociali, ribellione, disagio, ma anche tanta, davvero tanta bellezza.
Visitare Atene è come fiondarsi in un abbraccio. La città è accogliente, ti riempie di sorrisi, vibra di un’atmosfera irresistibile che ti fa sentire subito a casa. Che non so voi ma, per me, questo sta diventando sempre più importante, negli ultimi anni. Riscoprire una parte di sé, o qualcosa che vagamente le somiglia, che accoglie e non respinge, credo sia uno dei regali più belli che si possano ricevere in viaggio.  

Atene, cosa vedere: i luoghi imperdibili da scoprire in 3 giorni

Ve lo dicevo io che non sarebbe stato semplice sintetizzare le mille sensazioni che si sono affollate nella mia testa, durante i tre giorni nella capitale della Grecia. Tre giorni sono davvero un lasso di tempo brevissimo per qualunque destinazione, lo sa bene chi ha la fortuna di poter vivere più a lungo i posti che visita. 
Tuttavia, come vedrete, sono sufficienti per conoscere i principali luoghi di interesse di Atene, anche se, con un giorno in più, non mi sarebbe dispiaciuto visitare i quartieri moderni, un museo di arte contemporanea oppure avvicinarmi al mare (che ho solo intravisto a notevole distanza sotto forma di una mini striscia azzurra). La mia esplorazione della città è stata segnata particolarmente dall’antico. 

Acropoli di Atene

A proposito di antichità. Ma d’altronde, ditemi come si fa a visitare Atene e non essere impazienti di salire quassù, su una delle colline più famose al mondo (ricordo, poi, che l’Acropoli di Atene è stata dichiarata Patrimonio Unesco nel 1987). 
Eccoci quindi alla prima tappa del mio viaggio. Una ricchezza inquantificabile che brilla da millenni sotto la luce abbagliante di Atene e che si erge fiera sui quartieri centrali della città (benché quella dell’Acropoli non sia la collina più alta della capitale greca).
Più volte, mentre ero in città, ho notato che l’Acropoli cattura l’attenzione sempre. E sempre la si cerca con lo sguardo, da qualunque punto la si osservi e in qualunque punto ci si trovi. 
L’area del parco è molto vasta, ma sono ben segnalati i percorsi da seguire e che conducono, uno dopo l’altro, ai monumenti principali: il Partenone, l’Eretteo, il Tempio di Atena Nike, l’Odeon di Erode Attico. Per me rimane in gran parte ancora un mistero l’emozione fortissima che ho provato una volta lì, soprattutto davanti al Partenone. Un “mistero”, nel senso che ancora adesso faccio fatica a trovare le parole giuste. È stato come rifiondarsi sui libri di scuola, da un certo punto di vista. È stato come vedere una fotografia che prende vita improvvisamente davanti ai tuoi occhi. È stato un po’ come sentirsi testimone di qualcosa di immenso e onnipotente che, quasi quasi, possiamo dire ci sia sempre stato.

Prima di proseguire con le altre cose da vedere ad Atene e abbandonare del tutto l’Acropoli, faccio una piccola parentesi divertente e autobiografica. La cosa che mi ha svoltato la giornata è successa prima di arrivare al parco archeologico. Mentre io e il mio compagno cercavamo l’ingresso dell’Acropoli (da dove siamo partiti noi non era segnalato), siamo finiti praticamente in un labirinto di strade minuscole e cortili privati che sembravano intrecciarsi senza soluzione. Ho scoperto solo dopo che si trattava di Anafiotika, quartiere pittoresco costruito da alcuni operai provenienti dalle Cicladi nel XIX secolo a immagine e somiglianza dei paesini tipici delle isole.
Qui, seduto all’ombra di un grande albero, c’era uno dei tanti musicisti ambulanti che suonano per la città e che, non appena ci ha visto, ci ha chiesto di dove fossimo. Dopo averci detto che le quattro parole che sappiamo sono sufficienti a capire il greco e averci dedicato una Bella ciao strimpellata con la chitarra, ci ha raccontato (mischiando sapientemente italiano, inglese e spagnolo) di un Capodanno trascorso anni fa a Vico Equense (voglio dire, non un posto qualunque, eh, ma proprio Vico Equense, dove sono nata io. Un luogo che praticamente nessuno, a parte i miei, mi ha mai nominato in 39 anni di vita). Esperienza che lui ricorderà sempre per le mega minerve “grandi come scatole” sparate per fare festa a mezzanotte.
Non ho foto che lo ritraggono, ma mi porto dietro l’eco della sua risata e dei versi che ci ha dedicato.

Museo dell’Acropoli di Atene

Non pensate neanche per un attimo di non visitare l’incredibile Museo dell’Acropoli. Anzi, mettetelo subito in cima ai suggerimenti su cosa vedere ad Atene immediatamente dopo l’Acropoli, dalla quale il museo dista pochi passi.
Oltre ad avere sede all’interno di un edificio bellissimo, di recente costruzione e realizzato secondo i canoni dell’architettura contemporanea, il museo ospita una collezione che in un certo senso completa la visita all’Acropoli stessa. Sono infatti esposti centinaia di frammenti, reperti e statue provenienti dalla città antica.
Splendida la sala dedicata ai pezzi provenienti dal Partenone e, udite udite, avrete modo di incontrare le rinomate Cariatidi, statue femminili che un tempo reggevano il tempio di Atena Nike.
L’ultimo piano è stato costruito riprendendo forma e stile del Partenone, con tanto di colonne. La parete finestrata offre un panorama straordinario sia sull’Acropoli che sui bei quartieri che si trovano immediatamente ai suoi piedi.
Infine, non andate via senza aver prima visitato gli scavi, ossia la sezione sotterranea del museo che è stata aperta al pubblico solo di recente. Agli scavi si accede dall’esterno dell’edificio; passeggerete tra strade, residenze e catacombe risalenti alla tarda antichità, rinvenute in tempi recenti.

Monastiraki

Monastiraki è stato il mio ritrovo preferito durante il mio soggiorno, nonché il punto di partenza dal quale ho iniziato a scoprire la città. L’ho attraversato tutti i giorni, in lungo e in largo, anche più volte, e sempre sentivo di non averne mai abbastanza.
Un quartiere vivace e vivissimo, adagiato proprio ai piedi dell’Acropoli, che offre uno spaccato sul passato ottomano di Atene. In Piazza Monastiraki domina infatti quella che ormai è un’ex moschea (edificio ancora bellissimo, oggi divenuta sede di un museo che però al momento è chiuso) e si apre il famoso Mercato delle Pulci, con la sua lunga fila di micro botteghe che espongono prodotti dell’artigianato locale, souvenir e sapori dolci e profumatissimi. Dal trovarsi ad Atene e sentirsi a Istanbul è un attimo.
La piazza è il fulcro di Monastiraki. Ma tutto intorno, si snoda un aggrovigliarsi di stradine popolate da taverne, pub e bar. Qui si brinda, si mangia e si suona fino a tardi. Oltre al divertimento, passeggiare per Monastiraki permette di compiere un lunghissimo viaggio nel passato. I siti storici davvero non si contano: a cominciare dai resti della Biblioteca di Adriano per proseguire con l’Agorà Romana, fino allo splendido parco dell’Antica Agorà, di cui vi parlo fra pochissimo.

Antica Agorà 

In tutte le guide di viaggio su cosa visitare ad Atene, subito dopo l’Acropoli viene l’Antica Agorà. La quale sorge in un parco immenso, stretto tra la collina dell’Acropoli e la vivacità di Monastiraki. Chi si accomoda a uno dei tanti bar o ristoranti del viale può sorseggiare il suo drink o gustare il suo pasto con uno sguardo rivolto a più di 2000 anni di storia, verso quella che, nell’antichità, era il fulcro della vita di Atene.
Oggi come allora, nell’Agorà si passeggia, si osserva, ci si riposa sulle panchine, si coccolano i gatti. Si alzano continuamente gli occhi verso l’Acropoli, che sembra davvero vicina, e le altre colline adiacenti. Oppure, si ascolta da lontano l’allegria proveniente dai locali di Monastiraki. Si scoprono le fondamenta di templi ed edifici che hanno fatto la storia della città, come il Senato e il Governo. E, soprattutto, si ammirano i monumenti ancora riconoscibili, come il bel Tempio di Efesto, che mentre mi avvicino al suo cospetto sembra quasi nascondersi tra gli ulivi, e lo Stoà di Attalo, un tempo immenso mercato e adesso sede del museo archeologico dell’Agorà.

Plaka

“Conoscendoti, Plaka ti piacerà sicuramente”. Me lo ha detto più di una persona, non appena ho iniziato a spargere la voce sulla mia imminente partenza.
E in effetti, come potrei mai non amare un quartiere così? Plaka sorge ai piedi dell’Acropoli di Atene ed è una delle zone più antiche della città
Lungo le sue stradine strette è un alternarsi di botteghe, in cui gli artigiani fanno bella mostra dei propri manufatti, negozi colmi di souvenir e taverne che propongono le prelibatezze locali.
L’atmosfera, da queste parti, è piacevolmente rilassata. Pur essendo un quartiere turistico, nell’aria si avverte ancora qualcosa di autentico che lo lega alla sua anima antica.
Per le strade di Plaka ci si godono i sapori, l’immagine dell’Acropoli poco distante e la vicinanza con altri siti storici, come l’Agorà Romana. Nella piazza principale di Plaka sorge poi la Grande Mitropoli, magnifica cattedrale ortodossa dell’Ottocento, che non stenterete a riconoscere per le fattezze e le decorazioni tipicamente bizantine.

Museo Benaki dell’Arte Islamica

Il Museo Benaki dedicato all’Arte Islamica si trova in una strada ampia ma leggermente defilata, comunque non lontana dalla movida di Monastiraki. È un’altra tappa che non può mancare tra i consigli su cosa vedere ad Atene.
Le belle sale che ospitano l’esposizione sono distribuite sui primi quattro piani dell’edificio. La collezione del Benaki passa in rassegna le fasi salienti della storia della civiltà islamica attraverso una raccolta meravigliosa di oggetti di uso comune e di complementi di arredo. Invidiabili le ceramiche, per chi è appassionato del genere o per chi, come me, ritrova nell’arte della ceramica le proprie origini. 
Le opere presenti provengono dal Medio Oriente, dall’India, dal Nordafrica, ma anche dalla Spagna e dalla Sicilia (eccomi!). 
Accettate ancora un piccolo consiglio: se dopo la visita avete voglia di rifocillarvi con un caffè, un dolce o un aperitivo, fiondatevi all’ultimo piano del museo e accomodatevi nella terrazza panoramica della caffetteria. Se piove o se trovate le atmosfere arabesche tremendamente irresistibili rimanete invece nella sala interna, bella e decoratissima in linea con lo stile e le tematiche del museo. Io ho fatto merenda con una generosa fetta di Baklava e non me ne vergogno.

Psyri

A Psyri (o Psirri, Psiri, che dir si voglia) si respira un’energia particolarmente giovane. Sono passata da qui due volte, entrambe di sera e, in effetti, l’idea che mi ero fatta era che il quartiere si fosse risvegliato da poco. Di giorno, probabilmente, Psyri riposa, in attesa di animarsi con le voci, la musica e i motorini che lo raggiungono tutti i giorni a partire dall’ora di cena. 
Un altro quartiere i cui muri sono incredibilmente variopinti. Il cuore di Psyri è piazza Iroon, che in questo periodo (ma credo sia così tutto l’anno) è un’immensa distesa di tavolini tutti occupati e tendoni da bar. Un continuum di chiacchiere, risate, fumo di sigaretta e note in lontananza. Una meraviglia.
Psyri, Plaka, Monastiraki. Tre quartieri di vita ed energia. Tre luoghi che a prima vista possono sembrare simili, ma che possiedono ciascuno un’anima profonda che li mantiene distinti.

Piazza Syntagma

Ho raggiunto Piazza Syntagma una domenica mattina, sotto un cielo buio e umido. Per arrivarci ho percorso un’Atene diversa da quella che avevo conosciuto fino a quel momento, più signorile e monumentale.
Piazza Syntagma si apre su un cerchio di edifici squadrati e austeri. Hotel, uffici e sedi istituzionali racchiudono la geometria di quello che, per molti, è il simbolo della vita politica e sociale degli ateniesi. È qui che, il più delle volte, la popolazione si riunisce per manifestare il proprio dissenso; ma è anche il luogo in cui si organizzano eventi, festival e concerti. Non è la piazza più bella della terra, ma mantiene, appunto, la fierezza solenne di un’icona. 
A dominare sugli altri edifici della piazza, con la sua posizione leggermente sopraelevata, è il palazzo del Parlamento Greco. Proprio davanti al suo ingresso, e alla tomba del Milite Ignoto, avviene la cerimonia del Cambio della Guardia, a cui ho assistito stretta in un folto gruppo di turisti e curiosi.

Museo Bizantino e Cristiano di Atene

Tra le cose da vedere ad Atene impossibile non menzionare il Museo Bizantino e Cristiano, uno dei musei più importanti di tutta la Grecia. L’esposizione, che vanta circa 3000 opere, ha luogo in una ex dimora nobiliare, Villa Ilissia, che si trova all’interno di un cortile condiviso con un’altra ala del museo e un ottimo ristorante / caffetteria (di cui vi parlerò prossimamente).
La collezione del museo trasmette una conoscenza approfondita della cultura e dell’arte bizantina dall’epoca antica fino a quella più moderna. I soggetti delle opere (che si dividono tra sculture, icone, quadri, mosaici, tessuti e pale) appartengono più o meno tutti alla sfera religiosa; sebbene, di solito, io non mi senta tanto incline a questo tipo di arte devo ammettere che si tratta di una delle collezioni più lodevoli che abbia mai visto. 

Giardino Nazionale

Il parco pubblico più importante di Atene accompagna buona parte del quartiere a est dell’Acropoli. Si sviluppa alle spalle del Museo Benaki e di Piazza Syntagma e custodisce al suo interno un’oasi di profumi, quiete e natura nella quale sostare a lungo per ricaricare le pile.
Il Giardino Nazionale permette di compiere un percorso che parte dalla natura ma unisce anche le scienze, l’arte e la storia. Ospita infatti sia l’Orto Botanico che un piccolo zoo, ma, proseguendo, si raggiungono anche il meraviglioso edificio dello Zappeion e il Tempio di Zeus Olimpio. Su quest’ultimo purtroppo non ho molto da dire, sia perché è attualmente in ristrutturazione e sia perché, avendo sbagliato gli orari, non sono neanche riuscita ad avvicinarmi. Lo Zappeion è un palazzo moderno costruito secondo i canoni neoclassici in occasione della prima Olimpiade moderna. Oggi è un centro culturale adibito a mostre ed eventi, e vi consiglio di entrare anche solo per visitare il cortile interno e ammirare le pareti affrescate. All’esterno, lo Zappeion si affaccia su un bel viale alberato; vi avverto: anche in questo caso, troverete delle panchine tentatrici che vi inviteranno alla sosta.

La collina del Licabetto

È il punto più alto della città. Le guide su cosa vedere ad Atene consigliano tutte di raggiungerlo all’orario del tramonto e così ho fatto anche io, anche se devo dire quasi per caso. 
Sono arrivata in cima al colle Licabetto comodamente a bordo di un taxi che mi ha lasciato nel piazzale in cui si ritrovano tutti. Ancora un po’ di salita a piedi e si giunge al ristobar più panoramico di Atene. Io non ero lì per quello, ma lo si deve attraversare per proseguire e raggiungere il culmine della salita, dove svettano la bandiera greca e il campanile della piccola chiesa di San Giorgio. Una volta lì, gli occhi confermano quanto promesso dal panorama. 
Da un’altezza di quasi 300 metri, Atene rimane comunque un mistero difficile da interpretare. Appare come una distesa di case bianche ed edifici che in fondo, da lontano, non sembrano poi neanche così tanto diversi tra loro. Il sole si è già nascosto e ci ha lasciato in balìa di un cielo indaco e delle prime luci della sera. C’è tanta gente a condividere con me lo spazio ristretto della terrazza. Come me, tutti si stringono alla ringhiera e provano a immortalare con la fotocamera il momento più bello della giornata. Il vento di fine febbraio fischia e graffia le orecchie, e io comincio a domandarmi come avremmo fatto, di lì a poco, a ritornare verso la città. 
Eppure, nonostante il vento, la gente attorno e i dubbi amletici, in quel momento non avrei mai potuto immaginare di trovarmi in un luogo più perfetto di quello.
Ah, per scendere ho fatto affidamento sulle mie gambe. I taxi fin lassù non arrivano, se non per lasciar scendere qualcuno, e la funicolare, sulla quale avevo sperato tantissimo, mi dicono non sia poi così affidabile. La discesa a piedi, tutto sommato, è facile e veloce. Si atterra nel bel quartiere residenziale di Kolonaki, dove club e ristoranti sono chic, le auto di lusso e i muri delle case immacolati.

Exarchia, il quartiere anarchico di Atene

Le strade di Exarchia parlano. Ogni muro di questo quartiere leggermente a est del centro urla a gran voce una storia di dissensi e malcontenti. All’arte di strada è infatti affidato l’arduo compito di farsi testimone di alcuni degli eventi che più hanno scosso la comunità greca degli ultimi tempi.
Qui è dove la città si è trasformata in una tela immensa, sulla quale ognuno ha impresso liberamente il proprio pensiero
È stato bello arrivare qui di mattina e poter ammirare i volti e i messaggi dipinti sulle saracinesche di negozi e bar ancora abbassate.
I muri di Exarchia si fanno portavoce della ribellione contro la politica, gli effetti del capitalismo e contro alcuni episodi terribili di soprusi e ingiustizia. Così ho scoperto, ad esempio, la storia di Zak / Zackie Kostoupolos, attivista per i diritti della comunità LGBT brutalmente assassinato per strada ad Atene, pochi anni fa. A pensarci bene, sono storie come questa che, ahimè, ci riguardano e ci accomunano, indipendentemente dai confini e dalle lingue parlate. 
Exarchia è un quartiere storicamente anarchico. E anche se i murales la fanno da padrone, non è tutto. Le sue strade pullulano di bar, taverne e gastronomie di cucina etnica che propongono pietanze ottime e a buon mercato. Non si contano i negozi indipendenti votati alla cultura (soprattutto quella musicale) che esula dalle correnti più mainstream. Infine, le librerie: tante, ma tante davvero, tutte con i loro scaffali invisibili perché sommersi, le loro pile di copertine colorate e il loro caos che fuoriesce dallo spazio claustrofobico del negozio per impadronirsi del marciapiede.

Museo Benaki della Cultura Greca

Il Museo Benaki dedicato alla cultura greca ha sede in una splendida villa neoclassica, in uno dei quartieri più eleganti della città. Siamo a un passo da Piazza Syntagma e dal lungo viale alberato che unisce il Giardino Nazionale ad altri luoghi della cultura “alta” nonché ad alcuni degli edifici più importanti di Atene.
Le sale bianche del museo espongono un’immensa collezione che si apre con i reperti risalenti all’antica Grecia e all’epoca Romana e prosegue con la narrazione del periodo Bizantino e del Neoellenismo, fino ad arrivare all’età contemporanea. Si compie un viaggio infinito tra sculture, oggetti casalinghi, drappi, quadri, ceramiche, vita. 
Tra le sezioni che ho preferito, vi è quella dedicata agli abiti tradizionali e agli arredi tipici (compresa la ricostruzione di un salotto) dell’area balcanica.

Guest stars: i gatti di Atene

Ad Atene ho dato libero sfogo alla mia indole da gattara. Chiudo così questa guida su cosa vedere ad Atene perché immagino che, tra chi mi legge vi sia qualcun altro che come me adora i felini. Sappiate che adorerete la capitale greca anche per questo motivo.
I gatti sono stati dei veri protagonisti durante la mia permanenza. Li ho cercati, fotografati, nutriti, accarezzati (quando me lo hanno permesso, ovvio). 
Bellissimi e onnipresenti, vi seguiranno ovunque con i loro occhietti curiosi, oppure li vedrete sonnecchiare pacifici davanti agli usci delle case e dei negozi e sui muretti.
Sono loro i veri custodi delle strade e dei monumenti di Atene. E Atene, dal canto suo, li cura e li protegge: nessuno li scaccia, anzi. Ovunque, per la città, vengono lasciate cuccette di cartone, coperte e ciotole colme di cibo, in attesa che arrivi qualche felino affamato.

Tutto quello che ho visto ad Atene è racchiuso qui, nelle centinaia di righe che avete appena letto. Non escludo di scriverne ancora, concentrandomi magari sugli aspetti più gastronomici del mio viaggio nella capitale greca e sui locali e le taverne in cui mi sono fermata.
Se siete arrivati fino alla fine vi ringrazio e mi congratulo con voi per la pazienza. Non sono certa di non avervi lasciato con le idee confuse o di essere riuscita a sintetizzare quella famosa miriade di sensazioni di cui vi parlavo all’inizio. Ma se non siete mai stati ad Atene mi auguro quantomeno di avervi instillato nel cuore gocce piene di curiosità. E comunque, il bello di certi viaggi, forse, è proprio questo, ossia il non dover spiegare tutto. In fondo, ciò che conta è capire come ci si è sentiti in un determinato luogo. E io, come ho già detto, ad Atene mi sono sentita a casa. E tutto quello che mi aspettava lì mi è piaciuto; anzi, spero un giorno di ritrovarlo.

Se avete apprezzato questo articolo su Atene, vi suggerisco ancora un paio di letture: le mie guide su Sofia, Belgrado, Lubiana, i miei consigli per un on the road in Istria e i posti da non perdere in SiciliaCome sempre, buoni viaggi a tutti!

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