Saluto a Catania

20150807_194154Catania è la città da cui provengo, quella che più di 10 anni fa ho deciso di lasciare. Non ce l’ha fatta la distesa blu di mare a trattenermi, non ce l’ha fatta Mamma Etna, non ce l’ha fatta la promessa di una vita tranquilla, da dividere con gli affetti di sempre, una vita forse un po’ troppo semplice ma di sicuro a basso contenuto di stress. E non ce l’ha fatta neanche l’immensità del cielo, così luminoso, e di un colore che francamente non ho mai più ritrovato in nessuna altra città. Perché a Catania il cielo è bello anche quando è coperto, e le nuvole non lo rendono mai un tappeto cupo e uniforme (come invece succede nelle città del nord) ma lo riempiono di disegni che è impossibile descrivere. Un cielo che non è mai uguale a se stesso e che ti avvolge con amore. Lo stesso cielo di mille colori delle sei del mattino, con quei toni dal lilla al blu ammirati dal finestrino del taxi che mi porta via. E mentre guardo fuori ricapitolo cosa questa città rappresenta per me, oltre a tutte le cose che mi ha dato e a tutte quelle che invece si è tenuta.
Catania è la mia vita parallela, quella nella quale faccio capolino per qualche giorno poche volte l’anno e che a volte stento a riconoscere come mia. È la città che a tanti, come me, non ha offerto abbastanza, e li ha lasciati andare con un gesto di neanche troppo disperata rassegnazione. O forse Catania non ha colpa, perche quando uno sceglie di andare via lo fa più per imparare ad affrontare se stesso o per fuggire da qualcuno o qualcosa che non per colpa del troppo poco che avrebbe restando.
20160229_151818Alle 5.30 del mattino, sempre dal finestrino del taxi, Catania è una città addormentata, i palazzi del centro mostrano solo i colori scuri, di lava e di salsedine, delle loro facciate, e la loro silenziosa decadenza. Via Etnea scivola liscia verso gli archi della marina e respira calma, adesso, dopo essere stata oppressa, per anni, dalle auto che assalivano ogni angolo del centro storico.
Catania è tutti i sabato sera trascorsi in piazza Teatro Massimo in inverno e in piazza Castello in estate.
Catania è tutti i sapori irripetibili, quelli che ogni volta ti ricongiungono alla tua terra in un battibaleno, anche quando sei mancata a lungo.
Catania sono gli affetti lontani, che un tempo erano tanti, e oggi sono giusto un paio: la lontananza, si sa, alla lunga ti fa tirare tante somme.
Catania è croce e delizia per tutti quelli che hanno scelto di lasciarla e che, solo una volta lontani, ne rimpiangono il mare, il cielo, i sapori, il calore; poi però, ogni volta che ci ritornano, c’è sempre qualcosa che, bruscamente, ricorda loro perché hanno scelto di andarsene. A volte i sorrisi non bastano, né i “e che possiamo farci?” ma ci vuole una pazienza e una forza di accettazione infinite. Ci vuole che a Catania ci puoi vivere solo se le cose sai fartele scivolare addosso, se ti accontenti di una vita tranquilla con pochi piccioli al mese, basta che “ci sia la salute” e un mare limpido nel quale specchiarsi. Se non ti fanno incazzare i negozi che aprono e chiudono di continuo, le strade dissestate che manco nel Terzo Mondo, i contratti di lavoro di 7 ore invece di 40, i posteggiatori abusivi e le file interminabili (e spesso inconcludenti) che bisogna fare per qualsiasi cosa. Se accetti tutto questo, a Catania vivi come un re.
E’ la città dei ricordi dell’infanzia custoditi tra cinque vani, degli anni passati tra Canalicchio e Barriera, è il confronto tra quella che eri e quella che, vivendo a chilometri di distanza, sei diventata.
20160513_111817Catania sono gli abbracci all’aeroporto e le promesse dei “torno presto” e “vedrai che non passerà tanto prima di ritrovarci”. E le lacrime, gli sbuffi, la fatica di dover lasciare, ogni volta, quello che anni fa hai rifiutato perché sentivi di meritare di più. Ogni volta, però, poi Catania ti punisce, perché, nonostante tutto, è un posto che ti rimane nel cuore ed è sempre difficile lasciarla. Ti punisce con il dolore di un distacco al quale non ci si abitua persino dopo anni di saluti, partenze e ritorni. Quando decidi di andare via dal luogo che ti ha cresciuto, infatti, devi essere consapevole che ti serviranno scorte di coraggio per tutte le volte che ci tornerai per qualche giorno di vacanza prima di ripartire di nuovo. Ci vuole sempre tanto coraggio a lasciarsi qualcosa alle spalle per ricominciare da un’altra parte.
Catania è il saluto dell’Etna, con la sua immancabile nuvoletta di fumo in cima, il primo saluto quando metti piede a terra e l’ultimo quando le porte dell’aereo si chiudono dietro di te. E voli verso la vita lontana che hai scelto e, per non appesantire il bagaglio, lasci a terra nostalgie, delusioni e rimpianti. Tanto sai che li ritroverai ancora lì, dentro a un bagaglio forse un po’ piu grande, tutte le volte che tornerai.

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