Abbazia di San Galgano

Visita all’Abbazia di San Galgano in Toscana

Finalmente ho capito cosa mi colpisce di luoghi come l’Abbazia di San Galgano, in Toscana. Credo c’entri il fatto che capita spesso di sentirsi attirati dai luoghi che ci somigliano.
Mi piacciono i luoghi come me. Quelli che sanno trincerarsi dietro la loro preziosa riservatezza persino quando sono in compagnia. Che sanno ascoltare pur restando in silenzio. Quelli che sanno quando è il momento di rimanere fedeli a se stessi anche quando sono al centro del caos. L’Abbazia di San Galgano è così. In un certo senso, è come se riuscisse a difendere la sua solitudine nonostante la presenza di centinaia di turisti che ne calpestano il suolo ogni giorno. Come se una campana di vetro l’avvolgesse separandola da tutto il resto.
Desideravo visitarla da tempo. La sua aura magnetica aveva fatto breccia nel mio cuore attraverso una semplice fotografia su Instagram. E come una calamita, continuava ad attirare le mie curiosità di viaggiatrice che si sente perennemente in colpa per le tante cose meravigliose che ancora non conosce del suo paese.

Visita all'abbazia di san Galgano

L’occasione per visitare l’Abbazia di San Galgano si è presentata senza se e senza ma, e senza colpo ferire. Una meta che è entrata in punta di piedi nell’itinerario sgangherato di un on the road improvvisato di una giornata di primavera. Neanche il tempo di finire il giro alla scoperta di Arezzo (prima tappa della giornata), che “Ma sì, proseguiamo per altri cento chilometri, che qui nessuno ha voglia di tornare a casa”. E così è stato. Altri cento chilometri percorsi in direzione sud-est con il sole in faccia e sotto un cielo disegnato, prendendo famelicamente a morsi una delle regioni più spettacolari delle quali noi italiani non dovremmo mai smettere di vantarci.

(Per inciso: dopo la visita all’abbazia di chilometri ne abbiamo percorsi ancora altri 80, sempre in direzione sud. Mancava poco che arrivassimo al confine con il Lazio, anzi sembrava quasi di poterlo sfiorare con le dita. Ma questa è un’altra storia).

Visitare l'Abbazia di San Galgano a Siena

Lasciata l’auto nell’area parcheggio si imbocca a piedi il sentiero che conduce all’ingresso dell’abbazia. Intorno c’è solo una distesa infinita di campagna, da lontano l’edificio appare come un puntino indefinito color mattone. Eppure, nonostante questo bellissimo nulla, il peso ingombrante della presenza umana non tarda a farsi sentire: oltre al parcheggio, ovviamente pieno zeppo di auto, ci sono anche i souvenir e i posti in cui fermarsi a mangiare. Mentre procedo lungo il sentiero, tra me e me spero vivamente che sia rimasto qualcosa di quell’aura magnetica e di quel misticismo che tanto mi avevano attirato in fotografia.
E in effetti sì, qualcosa è rimasto. Rimane il silenzio di ottocento anni di rovine. Rimane il rosone vuoto attraverso cui vedo passare le nuvole. Rimane la poesia degli archi laterali e l’imponenza delle colonne.
Ma non c’è solo questo. Non sarò certo l’unica a calpestare il suolo dell’Abbazia di san Galgano e a fissare incredula quelle pareti spoglie o quel soffitto di cielo, ma in fondo che importa? Quando un posto riesce comunque a comunicare la sua essenza, a infondere la sua quiete silenziosa, a figurarsi come uno dei luoghi più suggestivi in cui mai capiterà di mettere piede, che importa se a visitarlo insieme a te ci sono anche decine di sconosciuti? Chiudi gli occhi e trova il modo di farlo tuo.

Ma c’è un altro motivo per cui l’abbazia toscana mi attirava. E risiede nel profondo legame che ho stretto con Lisbona. In particolare, nel ricordo dello stesso stupore, della pienezza e della stessa commozione che ho avvertito durante la visita di uno dei monumenti più belli della capitale portoghese, il Convento do Carmo. Un altro gioiello con il soffitto di cielo.
Il convento e l’abbazia: così simili e così profondamente diversi. Con l’abbazia che in virtù della sua posizione sperduta e solitaria, circondata solo dalla campagna, appare persino più romantica e timida del Carmo.

L'abbazia di san Galgano in Toscana

Visitare l'Abbazia di San Galgano in Toscana

La Spada nella roccia e l’Eremo di Montesiepi

L’ultima cosa che mi sarei mai aspettata di trovare quel giorno è una spada conficcata nella roccia all’interno di un eremo. Questo perché non leggo mai nulla prima di un viaggio totalmente improvvisato.
Pare che la spada appartenesse a San Galgano, che conficcandola nella roccia sancì il suo abbandono alle armi per sempre (parliamo di un fatto accaduto più di ottocento anni fa).
L’Eremo di Montesiepi si trova a circa 500 metri dall’abbazia. Lo raggiungerete a piedi, seguendo un sentiero stretto e assolutamente bucolico. Vi guarderà avvicinarvi dall’alto della sua collinetta coperta di alberi. Le sue sembianze, ben più integre di quella dell’abbazia, risalgono addirittura ad alcune decine di anni prima. È qui che San Galgano, ormai eremita, trascorse il suo ultimo anno di vita. Ed è qui da qualche parte che, pare, sia nascosto il Santo Graal.
Ecco, se per caso quel giorno avessi avuto voglia di sorprendermi (e forse in quel momento avvertivo per davvero un cruciale bisogno di ricevere sorprese), quel piccolo, sgangherato e improvvisato on the road sarebbe stato la mia risposta perfetta.

Abbazia di San Galgano: orari e info per la visita

L’Abbazia di San Galgano e l’Eremo di Montesiepi si trovano in aperta campagna a Chiusdino, a 30 chilometri da Siena. Da Bologna ci vogliono circa due ore e mezza di auto per arrivare, da Firenze meno di due ore, da Pisa e Livorno due ore esatte.
Potete visitare i due siti tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.30. Nei mesi di luglio e agosto rimangono aperti fino alle 20.00.
Il costo del biglietto per visitare l’abbazia è di 3,50 euro (ridotto 3,00 euro) e va acquistato all’ingresso. Per visitare l’eremo, invece, non occorre alcun biglietto.

Abbazia di San Galgano vicino Siena

 

Leggi anche

Visitare Lucca in un giorno

Roma in tre giorni: il mio viaggio nella capitale eterna

13 città italiane da visitare in un giorno

2 Comments
  • Benedetta Manganaro
    Posted at 18:51h, 12 Giugno Rispondi

    Hai parlato di Toscana e di Lisbona…posso aggiungere Palermo? So che ami la Sicilia e quindi mi permetto di ricordare lo Spasimo, una chiesa che mai fu chiesa, senza tetto e anche se stretta nel caos della città, con ancora tutto il fascino di quei luoghi che mille volte hanno cambiato pelle e che restano lì, fiduciosi, come hai detto tu, riservati anche quando sono in compagnia… bell’articolo, complimenti

    • Alla fine di un viaggio
      Posted at 19:27h, 12 Giugno Rispondi

      Grazie, cara Benedetta 🙂
      Mannaggia a me, non sono mai stata allo Spasimo. L’ho vista tante volte in foto e so che è meravigliosa proprio per tutti i motivi che sappiamo già.
      La prossima volta che vengo a Palermo non mi scappa!
      A presto

Post A Comment

Pin It on Pinterest

Share This