
15 Apr Voglia di viaggiare, non saltarmi addosso!
Quando è cominciato tutto, ormai quasi due mesi fa, mi ero illusa di riuscire a tenerla a bada.
Il mondo intero si è trovato davanti a un baratro, la voragine sotto i nostri piedi si è fatta via via più larga e profonda, e avevamo tutti tantissime cose a cui pensare. Tantissime cosa delle quali aver paura. La voglia di viaggiare era ridotta a una vocina flebile nella testa, quasi silente, quasi inconsistente. Come d’altronde era giusto che fosse.
In quei primi momenti, infatti, è stato facilissimo mettere da parte qualsiasi desiderio di evasione. A dominare era lo stupore, l’incredulità di fronte a fatti che neanche nella peggiore delle fantasie avrebbero potuto concretizzarsi. Io mi sentivo immobile, mi mancavano le parole e i pensieri scappavano via talmente veloci che non facevo in tempo a formularli. La pandemia, con il carico di restrizioni e clausura che si è portata dietro mi aveva quasi ridotta al silenzio. Per lo meno sui social e, ahimè, anche qui sul blog.
Eppure è strano che in un momento come questo non mi sia aggrappata alla scrittura con le unghie e con i denti. Strano, dato che scrivere per me è sempre stata un’ancora di salvezza prima ancora che un mestiere. Ma è andata così, avevo bisogno di tempo per inquadrare le cose. Il risultato è stato che nelle ultime settimane, quelle che appunto hanno portato ognuno di noi a chiudersi tra le quattro mura di casa, non sono riuscita a buttare giù neanche un paio di righe che non fossero per lavoro. Ammiro le mie colleghe travel blogger che invece sono andate avanti, e hanno scritto post bellissimi riuscendo a trovare un significato o una via d’uscita all’immensa assurdità nella quale siamo piombati. Io, invece, nada de nada. E scrivere di viaggi, francamente, mi sembrava la cosa meno naturale da fare.
La verità è che fino a poco tempo fa, ma in realtà anche adesso, non riuscivo a mettere insieme neanche due riflessioni di senso compiuto. Sentivo la mente esplodere di considerazioni, eppure non riuscivo a trasferire nulla di tutto questo sulla carta.
E mentre stentavo a recuperare le parole e riaprire le pagine di questo blog, ecco che la mia voglia di viaggiare è tornata alla carica.
La voglia di viaggiare è vita
Dunque alla fine è successo. Ho ricominciato a sognare ogni giorno un luogo diverso.
L’ho fatto con sogni che volavano bassi, con le ali piuttosto tarpate. Perché, nel frattempo, ne abbiamo sentite di cotte e di crude e hanno preso vita scenari che lasciano ben poco spazio all’immaginazione come all’illusione. Nei prossimi mesi, saremo tutti più poveri, non ci vuole molto a crederlo. E avremo meno possibilità di realizzare quello che vogliamo. O forse non saremo così poveri, ma dovremo abituarci a cambiare e a rivedere tutto con occhi e modalità assolutamente inediti.
Anche il viaggio non tornerà mai più a essere quello che era prima. Chissà, questo forse potrebbe anche essere un bene, ma a me piaceva il mio modo di viaggiare. Mi sento legata a ogni singolo attimo trascorso in viaggio e mi piange il cuore al pensiero che tanti di quegli attimi potrebbero non ripresentarsi più.
La voglia di viaggiare che è tornata a fare capolino tra i miei pensieri è tra le cose belle che, in questa situazione di quarantena, mi fanno sentire viva. E mi permettono di rimanere ancorata, almeno in parte, a quella che sono stata per 37 anni.
Sono anche curiosa, però, non posso negarlo. E mi chiedo quanto saremo bravi a dare un senso positivo a quello che è successo. A permeare le nostre vite di una ritrovata umanità, a trasformare la nostra libertà in azioni sostenibili. A immergerci in un contesto più vivibile. Lo dobbiamo a noi stessi, prima di ogni altra cosa.
La voglia di tornare dove conosco già
Torniamo alla voglia di viaggiare, e di farlo ogni giorno in un posto diverso.
La cosa strana, durante questa quarantena, è che continuo ad avvertire follemente la mancanza dei luoghi in cui sono già stata più della voglia di visitarne di nuovi. Il mio, adesso, è più un bisogno di tornare che di scoprire. E, francamente, non era mai stato così forte come in questo periodo.
Tornare sì, ma dove?
In pole position ci sono tre dei paesi che conosco meglio, quelli che riescono sempre a farmi sentire a casa. La spiegazione che mi do è che, in un momento di pesante incertezza, un porto sicuro è quello di cui ho più bisogno.
Portogallo
Lisbona è probabilmente la città straniera in cui vivrei e che condivide con Berlino una porzione più che generosa del mio cuore. E il nord del Portogallo è uno dei miei ricordi di viaggio più indelebili.
Tuttavia, la voglia di viaggiare che sento in questo periodo mi porta a esplorare con la mente tutto ciò che del Portogallo ancora ignoro. Le coste paradisiache dell’Algarve, ad esempio, puntellate di paesini bianchi. O le atmosfere autentiche dell’Alentejo, tra strade poco battute e rotte inedite. O, ancora, la regione centrale, quella della bellezza di Coimbra, ma anche delle onde di Nazaré e del fascino intonso dei monasteri di Batalha e Alcobaça.
Germania
Probabilmente, quando ci saremo sbarazzati dalla quarantena e si potrà ricominciare a viaggiare, il primo volo che prenoterò sarà diretto a Berlino. Ho bisogno di respirare a pieni polmoni la sua atmosfera di città in cui tutto è possibile, mi mancano la sua arte e la sua creatività. E una marea di altre cose che è difficile riassumere nello spazio limitato di un blogpost. Vorrei tornare anche a Francoforte per scoprire com’è cambiata in questi anni ed esplorare tutto quello che mi sono persa nei dintorni. E poi, la mia voglia di viaggiare mi spinge a sognare altre due regioni, in particolare: la Sassonia, con Dresda e Lipsia in cima alla lista dei posti da vedere, e il Meclemburgo-Pomerania, tra cittadine e paesaggi sconosciuti ai più, per addentrarmi in quell’estremo Nord Est che sa già di altre terre e altri paesi.
Spagna
Più passa il tempo e più trovo motivi che mi spingono a tornare in Spagna.
La Spagna che è sempre un’ottima idea. La nostra vicina di casa (e di temperamento) che sa godersi la vita e ti accoglie sempre a braccia spalancate.
Ho una voglia matta di tornare in Andalusia, nella provincia di Cadice che in passato ho solo sfiorato, e affondare nel suo tappeto di pueblos blancos. E fare decine di foto alla città così malinconica, immortalata dal suo straordinario lungomare.
Vorrei passare in rassegna le gemme preziose di Burgos, Toledo, Saragozza. Ritornare nei Paesi Baschi (a proposito: prima o poi, vi racconterò di Bilbao). Percorrere la costa del nord in tutta la sua lunghezza e scendere in Galizia, alla scoperta delle cittadine più belle e dei panorami delle colline. Ma a pensarci bene, della Spagna mi prenderei anche tutto il resto. Vorrei avere la libertà di qualche mese di tempo per esplorarla in lungo e in largo.
Chiudo con una conclusione semiseria: secondo voi ho il diritto di chiedere alla mia voglia di viaggiare di mollare la presa, almeno per un po’? Almeno finché non riusciremo a intravedere la luce in fondo al tunnel e potremo ricominciare a coprire i sogni con un velo potente di realtà.
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