05 Set Sicilia da amare
E così ho preso l’ennesimo aereo di ritorno dalla Sicilia. Ferie tutto sommato basic, per me, quest’anno: vita catanese e qualche spostamento nei dintorni.
Il bello di essere in vacanza in compagnia di un non siculo è la possibilità di visitare i propri luoghi di origine con gli occhi del turista, cosa che inevitabilmente ti fa riscoprire e apprezzare molto di più i paesaggi che, un tempo, davi per scontato e non ammiravi abbastanza.
Quando ho lasciato la Sicilia, ormai 12 anni fa, non fremevo all’idea di tornarci per le ferie; sì, avvertivo spesso la mancanza del mare, degli affetti, del clima amabile e del cibo. Ma è con il tempo che ho iniziato a sentire la nostalgia più forte e adesso, le (troppe) poche volte che torno nella mia isola porto sempre con me il desiderio di riscoprire i posti che non vedo da secoli.
E così, pur restando sempre di base a Catania, durante le ultime vacanze ho ritrovato meraviglie che neppure ricordavo e altre, ahimè, che non avevo mai neppure visto. E ho (ri)capito che:
– Il mare della mia città, per quanto meno popolare di quello di altre coste sicule, è fantastico. Perché mi parla. E il riflesso che il sole regala al largo dei Faraglioni e dell’Isola Lachea, anche in presenza di decine di pedalò, è quasi commovente. Il mare di Catania è di un blu intenso, profondo, e accoppiato al nero della roccia che gli fa da contorno diventa qualcosa di unico che mi emoziona tanto in estate quanto in inverno.
– Che non so come ho fatto a vivere 33 anni senza conoscere le Gole dell’Alcantara e le sue acque gelide. E, nonostante la temperatura, ho dato prova di immenso coraggio immergendomi (o quasi), dopo averci camminato dentro, in barba alle correnti fortissime e al rischio di congelamento delle caviglie. Inutile dire che, anche se mi fossi congelata per davvero ne sarebbe comunque valsa la pena, visto lo scenario naturale fantastico che questi luoghi creano.
– Che Marzamemi è un sogno e, come ho ripetuto più volte nel corso della vacanza, merita trascorrerci qualche giorno. Non solo per il mare cristallino ma per poter imparare a memoria ogni via di quel centro storico bianco, ricco di profumi e tradizioni. Per potersi ristorare nella piazzetta con i tavoli e le sedioline di legno colorate tanto popolari Instagram. Per poter accompagnare la granita con il pane e non con la brioche, come si faceva una volta. Per potersi innamorare di ogni angolo di un paese che a me ha ricordato tanto l’Andalusia, con le sue casine basse, le boutique colorate, la pietra chiara.
– Che il panorama di cui si gode da Savoca, Caltagirone e Castelmola ti entra nel cuore e non lo lascia più. Che sia di giorno o di notte. Che tu volga lo sguardo al mare o alla montagna o a entrambi. E, oltre al panorama, puoi scorgere la bellezza autentica di piccoli borghi arroccati sulle colline, dove sembra che tutto, soprattutto il tempo, sia rimasto fermo a chissà quando.
– Che più io invecchio e più Catania si fa bella. E se alcuni quartieri presentano ancora ampi margini di miglioramento, non ci vuole chissà quale sensibilità per restare affascinati dal centro storico, con la sua bellezza decadente e i suoi palazzi scuri di terra dell’Etna. E le luci dei tanti locali, l’odore della pescheria e delle centinaia di cucine che restano aperte fino a tardi. Tesori che tante volte stanno lì, tra un palazzo e l’altro, come se si nascondessero in attesa di venire scoperti.
Ma, soprattutto, ho capito (forse per l’ennesima volta) cosa voglia dire Sicilia da amare. Ed è vero che tante cose mi fanno incavolare, è vero che ogni volta che ci torno mi tornano in mente i vari motivi per cui me ne sono andata, è vero che il traffico e la lentezza con cui viene condotta ogni cosa ti succhiano (o “sucano”, come si dice da queste parti, che forse rende meglio) la pazienza, che si può fare sempre di più e che si deve fare ancora tanto, e via dicendo. E non penso tutto questo solo ora che vivo al Nord da oltre 10 anni, ma lo pensavo anche prima di andare via. Sono consapevole di tutti i difetti che qualche volta, per chi in Sicilia ci è nato e cresciuto, arrivano a superare anche i pregi.
Eppure, secondo me, non si può non amare la Sicilia. Ogni volta che ci torno mi accorgo subito di due cose: la prima sono gli odori, un misto di casa, mare, cibo buono, terra, verde, che mi entra nelle narici e che sento solo qui. La seconda è che il cielo sopra la mia isola è immenso, avvolge qualsiasi altra cosa, e sembra dipinto, anche e soprattutto quando le nuvole lo attraversano.
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