
21 Apr Viaggio a Lanzarote: cosa vedere e fare in una settimana
Lanzarote è stata la mia isola felice durante un’estate crudele. L’approdo che mi ha concesso un respiro di sollievo prima della tempesta personale che da lì a poche settimane mi avrebbe stravolto, l’unica ventata di aria fresca nella quale ho convissuto quasi serenamente con me stessa nel corso di mesi troppo lunghi e complicati.
Lanzarote è anche stata la mia prima volta alle isole Canarie, che sono il superbo (e selvaggio) prolungamento della terra meravigliosa dove vivo ormai da due anni (la Spagna). Vi racconto adesso, a tanti mesi di distanza dal viaggio, cosa vedere a Lanzarote un po’ perché forse avevo bisogno di digerire quell’estate complicata e un po’ perché, finalmente, tra qualche giorno partirò di nuovo alla volta di quello stesso oceano, ma verso un approdo diverso: Tenerife.
Lanzarote è un paesaggio lunare di vette scure e mare denso di sfumature. Ho impresse nella mente quelle strade lunghe, silenti e poco battute persino a fine giugno, che scivolavano tra pueblitos bianchi, spiagge di sabbia finissima e vulcani. È un territorio unico, Lanzarote, per lo meno per quanto riguarda la mia storia di viaggiatrice. E pur essendo cresciuta alle pendici dell’Etna, in una città che ha sempre mantenuto un legame quasi carnale con il suo vulcano, nella realtà di Lanzarote questo rapporto mi è sembrato ancora più intimo.
Le cose da vedere a Lanzarote sono tantissime, nonostante siano necessarie meno di due ore per guidare da un capo all’altro dell’isola. In una settimana, nel pieno rispetto dei miei tempi, dunque senza strafare, e a bordo di una Fiat 500 blu sono riuscita a visitare tutto quello che avevo preventivato, includendo persino un fuori programma (l’escursione all’isola La Graciosa).
Sono ripartita un sabato pomeriggio infuocato di sole con il cuore stretto, ma felice di aver trovato un altro posto nel quale prima o poi fare ritorno.

Lanzarote, cosa vedere: tutti i luoghi imperdibili
Di Lanzarote vi incanteranno in primo luogo i contrasti tra i suoi colori. Il suo paesaggio è una palette di tinte accese, calde. La terra nera, la terra rossa, le onde cristalline.
Le curve scure che scendendo si separano in migliaia di pezzi di roccia fino a toccare il mare blu, contro le distese chilometriche di sabbia ferma e quasi trasparente. I centri urbani minuscoli, tutti bianchi e accecati dal sole. Il verdenero brillante, che imperterrito continua a crescere, così come le vigne. Non so se capiterà anche a voi di pensarlo, ma la vegetazione a Lanzarote non è di un verde qualsiasi. Sarà l’oceano, sarà il vento, sarà il vulcano. Sta di fatto che se ci andrete avrete la fortuna di visitare uno dei luoghi più belli sulla Terra. Riassumere cosa vedere a Lanzarote non è facile; ma ci proviamo!

Giardino dei Cactus
Complice il cielo grigio che mi ha fatto desistere dall’idea di lanciarmi subito in spiaggia, la mia prima tappa è stata il meraviglioso Giardino dei Cactus. E, oltretutto, è stato anche il mio primo incontro con l’arte di Cesar Manrique, spirito e genio onnipresente a Lanzarote. Quella di Manrique, in realtà, non era “semplice” arte. In tutti i suoi lavori ha puntato alla perfetta integrazione tra architettura e paesaggio, cosa che, soprattutto qui, ha lasciato un segno indelebile. E il Giardino dei Cactus ne è una testimonianza.
Ricavato da un sito un tempo in stato di abbandono, il giardino oggi ospita migliaia e migliaia di esemplari appartenenti a oltre 500 specie di cactus provenienti dai cinque continenti. Per scoprirli, si compie un vero e proprio percorso tra la pietra nera, le piante coloratissime e i tanti elementi scultorei che riflettono l’essenza del paesaggio circostante. Più di un museo, più di un giardino, più di un’opera d’arte. Un luogo immancabile in qualsiasi lista di consigli su cosa visitare a Lanzarote.

Jameos de l’Agua
Proseguendo per una decina di chilometri verso nord, si raggiunge un’altra testimonianza del genio di Manrique. Il sito degli Jameos de l’Agua è una delle cose più straordinarie che vedrete a Lanzarote. Il luogo sfrutta la presenza di un tunnel vulcanico e le tre conche (Jameos) che si aprirono a seguito di un’eruzione che fece crollare le tre sommità. All’interno delle tre grotte si trovano oggi un ristorante, una piscina circondata da palme e parte dell’Auditorio. Anche in questo caso è evidente l’intento dell’artista di fondere paesaggio e architettura per restituire qualcosa di unico che, pur essendo frutto della mano dell’uomo, è talmente impregnato di elementi naturali da non sembrare affatto artificiale.
La natura, qui, è anche fortemente protetta: nella grotta, vi è una laguna ottenuta per filtrazione di acqua marina dove vivono 77 specie, tra le quali il rarissimo Granchio Cieco.
Incredibile anche l’Auditorio, ricavato all’interno della roccia vulcanica e per questo dotato di un’acustica senza precedenti. A chiudere l’esperienza vi è l’esposizione immersiva de la Casa de Los Volcanes, il museo che racconta e spiega tutti i segreti – e la geologia – dei territori vulcanici (concentrandosi anche sulla realtà di Lanzarote).


Punta Mujeres
Qui turisti non ne incontrerete molti, o perlomeno non ne ho incontrati molti io. Punta Mujeres è un paesino di pescatori, la cui peculiarità – e bellezza – risiede nel litorale roccioso, costellato di numerose piscine naturali in cui poter fare il bagno.
Grazie a scalette e discese comode, sono tutte facili da approcciare. Ovviamente, maree permettendo. Chi non volesse immergersi può rimanere a prendere il sole sulle piattaforme di cemento adiacenti alle discese, o sui muretti che separano il mare dalla passeggiata.
Per un tocco di autenticità, condito da un paesaggio costiero meraviglioso, una toccata e fuga a Punta Mujeres è d’obbligo. Anche per godersi un ottimo pranzo a prezzi più modici rispetto ad altre località, che non guasta mai.




Haría
Haría è uno dei villaggi più belli che potrete incontrare a Lanzarote. Tipicamente bianco, come molte delle località dell’isola, giace nell’entroterra della parte nord, in una delle macchie più verdi di Lanzarote. Non a caso, il territorio di Haría viene definito Valle delle Mille Palme, per la straordinaria vegetazione che lo contraddistingue. E capite bene perché Cesar Manrique decise di trascorrere qui gli ultimi anni della sua vita.
Dal Mirador di Malpaso potrete ammirare questa valle straordinaria e spingere lo sguardo fino alle onde del mare.
Inoltre, se avrete la fortuna di passare da Haría di sabato vi troverete il Mercato Artigianale, che tra colori e tipicità anima la piazza principale del paese.


Casa Museo di Cesar Manrique
Cosa fare a Lanzarote se non immergersi ancora più profondamente nella vita – e nelle opere – del suo artista più illustre e amato? A pochi chilometri dal centro di Haría, nel cuore di un bel palmeto, sorge quella che fu l’ultima dimora di Cesar Manrique, dove il pittore visse dal 1986 al 1992. Si tratta di una antica masseria abbandonata che Manrique aveva deciso di ristrutturare dopo essersi innamorato della natura rigogliosa che la circondava. La dimora è divenuta Casa Museo nel 2013 e, nonostante alcuni lavori precedenti l’apertura al pubblico, conserva ancora lo stile (e gli oggetti) che avevano caratterizzato la vita e il lavoro dell’artista.
Gli arredi sono semplicemente meravigliosi e, in effetti, restituiscono un’immagine fedele della personalità, del lato umano e del lavoro creativo di Cesar Manrique. Ancora più impressionante la visita a quello che fu il suo ultimo atelier, dove sembra tutto ancora fortemente vivo. È tutto come lo aveva lasciato lui, come se il pittore ne fosse uscito solo poche ore prima.



Fundación Manrique
A circa 25 chilometri verso sud si trova un altro luogo iconico che racconta la vita di Cesar Manrique, ossia l’edificio in cui ha sede la Fondazione che ne porta il nome.
Si tratta della casa nella quale il pittore visse per ben vent’anni dopo il suo rientro dall’America, quando decise di stabilirsi a Lanzarote. La particolarità della stupenda e grande dimora, che occupa circa 3000 mq, è il fatto che sia stata ricavata da una vecchia colata di lava. I segni che il vulcano ha lasciato nel tempo vengono riutilizzati e chiamati a creare bellezza.
Anche qui, come in tanti altri luoghi dell’isola, noterete infatti la fortissima integrazione tra architettura, natura e vulcano. Ogni elemento strutturale e ambientale del museo è riflesso di questa fusione quasi naturale, così come del genio di Cesar Manrique.
Oltre agli ambienti domestici si visitano anche la piscina, il patio con il barbecue e il vecchio studio dell’artista dove sono oggi esposte alcune delle sue opere più importanti.

Puerto del Carmen
Vi state chiedendo cosa fare a Lanzarote di sera? A questa domanda ho un’unica risposta da dare: lanciarvi nella movida di Puerto del Carmen. Vicinissima ad Arrecife e soprattutto all’aeroporto, Puerto del Carmen è una delle città principali di Lanzarote e, secondo me, anche l’unica con un’offerta interessante di locali e ristoranti per la sera. Io ho concluso lì tutte le mie giornate di viaggio, era ormai diventato il mio appuntamento fisso.
Come capita di solito nelle località turistiche, è più facile incontrare ristoranti con menu internazionali, pizzerie e sushi che taverne tipiche, però ci sono anche diversi bar con musica dal vivo e pub in stile british. Qualunque sia la vostra scelta culinaria, immancabile sarà la passeggiata romantica (anche se si è single, eh!) sul molo del Vecchio Porto, che tra l’altro costeggia un quartiere di case carinissime, con tanto di giardini rigogliosi e gatti pasciuti e sonnacchiosi.
Le spiagge di Puerto del Carmen sono belle e rilassanti, non hanno nulla di “selvaggio” e offrono anzi tutte le comodità che le rendono particolarmente adatte alle famiglie: Playa Chica, Playa Grande e Playa de los Pocillos rule.
In compenso, quando ripenso ai tramonti di Lanzarote, la prima cosa che mi viene in mente è il cielo color fuoco che si spegneva nel mare di Puerto del Carmen. La brezza della sera, un ottimo drink fronte mare, qualche tapa e una musica leggera di sottofondo. What else?

Casa Museo del Campesino e Monumento alla Fertilità
Il tocco magico di Cesar Manrique si trova anche qui, in uno dei luoghi che più in assoluto ho amato di Lanzarote. All’ingresso della Casa Museo del Campesino spicca il Monumento alla Fertilità, un pezzo di avanguardia creato da Manrique e dall’artista Jesús Soto riutilizzando blocchi di cemento, ferro e vecchie cisterne d’acqua.
Lungo un percorso di giardini, piazze e piccoli edifici dalle pareti bianche – che sembrano quasi brillare di luce propria, nel contrasto con la terra nera di Lanzarote sulla quale sorgono – il Museo del Campesino racconta la vita e le fatiche degli agricoltori di Lanzarote. L’idea alla base del progetto è infatti quella di rendere loro omaggio per la bontà dei prodotti ai quali lavorano duramente, nonostante le condizioni non sempre facilissime alle quali il territorio dell’isola li costringe.
Il sito si apre a un certo punto su una piccola piazza popolata da botteghe e negozi nei quali è possibile ammirare gli artigiani all’opera e deliziarsi con gli acquisti. All’interno del museo vi è anche un ristorante che offre piatti tipici in un contesto da sogno.



Museo LagOmar / Casa di Omar Sharif
Il Museo LagOmar è un altro dei luoghi che più mi ha incantato di Lanzarote.
Si tratta di una villa nobiliare ricavata all’interno di alcune grotte di lava, divenuta poi spazio culturale ed espositivo. Fu sempre Cesar Manrique, assieme all’architetto Jesús Soto, ad ampliare successivamente la struttura, che oggi ospita anche un bar e un ristorante.
Il risultato che oggi ammiriamo è un luogo meraviglioso fatto di tunnel, passaggi segreti, piscine, terrazze panoramiche, palme e piante di tutti i tipi e arredato superbamente. In realtà, il LagOmar sarebbe anche potuto essere la casa di Omar Sharif, se non fosse che l’attore la perse a carte subito dopo averla acquistata (in una delle sale della dimora sono esposte alcune foto che testimoniano la passione – a questo punto oserei dire sfortunata – di Sharif per il bridge).







Teguise
Un tempo capoluogo di Lanzarote, nonché uno dei primi centri urbani a essersi sviluppati nelle Canarie, Teguise è ancora oggi un paese bellissimo.
Il suo centro è animato da palazzi eleganti e siti storici, come il Palazzo di Spínola, il convento di Santo Domingo, quello di San Francisco e il Castello di Santa Bárbara. Vi regalerà una passeggiata piacevole, tra piccole piazze acciottolate, vicolini fioriti e negozi di artigianato. Inoltre, uno degli elementi architettonici che più lo caratterizzano sono i balconi in legno scuro, che si sposano perfettamente con il bianco predominante in tutti gli edifici.
Infine, ricordate che nel territorio del comune di Teguise hanno sede sia il Giardino dei Cactus che la Fundaciòn Manrique. Non avete quindi nessuna scusa per non visitare uno dei pueblos más bonitos di tutta la Spagna.

Parco Nazionale del Timanfaya
Dopo averlo ammirato per giorni dal finestrino dell’auto – e da quasi qualunque punto dell’isola mi trovassi – alla fine, sono andata a guardarlo da vicino. Un’escursione, seppur breve e per nulla avventurosa al Parco Nazionale del Timanfaya, il cui suolo vulcanico occupa una porzione molto estesa del territorio di Lanzarote. Il diavoletto che vi accoglie all’ingresso probabilmente non vi segnalerà la fila che dovrete fare per accedere al parcheggio (ma ce la farete, tranquilli! Magari solo non fate come me, che ho improvvisato, e informatevi sulla possibilità di acquistare dei biglietti salta-fila per fare prima). Io ci ho messo un’ora buona, ma ne è valsa la pena. Lasciata l’auto al parcheggio si prende uno dei bus che fanno il giro del parco nazionale (parliamo di un’escursione di circa un’ora), altrimenti inaccessibile. Oppure, ci si accomoda al famoso ristorante El Diablo e si gusta un ottimo pranzo a base di pollo arrostito con il calore sprigionato dal vulcano (e anche qui c’è lo zampino di Manrique). Io ho fatto entrambe le cose, e mi sono sentita felice – oltre che, almeno per un attimo, ho respirato aria di casa.




Spiaggia nera de El Golfo e Charco de los Clicos
Dopo tanta terra nera e aria di vulcano avevo bisogno di altra terra nera… ma questa volta al mare. E così, sono scesa verso il litorale, alla ricerca della Spiaggia del Golfo, alle pendici del Parco del Timanfaya. Con quella sua atmosfera solitaria e nostalgica, e quella cornice di rocce scure intorno, non posso che segnalarvela tra i consigli su cosa vedere a Lanzarote. Anche perchè, a pochi metri dalla spiaggia, seguendo la passerella di legno, si raggiunge un altro luogo speciale: il Charco de los Clicos, la pozza di acqua marina di un incredibile verde smeraldo (il colore è merito della presenza di alcune alghe).



Isola La Graciosa
La Graciosa è la micro isola che dista una manciata di chilometri da Lanzarote. Si raggiunge in 30 minuti di ferry (e di strizza, almeno per me che non vado tanto d’accordo con le piccole imbarcazioni, specie con il mare mosso), partendo dal porto di Orzola.
Qui è tutto molto semplice: pochi bar, case vacanza e uffici per il noleggio delle bici. Credo che la vita ruoti principalmente attorno al turismo (che non è comunque di massa). Le strade non sono asfaltate, sabbia e vento coprono ogni superficie. L’isola è percorribile solo a piedi, in bici o a bordo delle jeep che portano i turisti tra una spiaggia e l’altra. La costa, simile a quella di Lanzarote, alterna le rocce a manti di sabbia chiarissima.
A proposito di spiagge, quella dove sono stata io, la Playa Francesa, è una tra le più belle. Mi dicono essercene anche altre, altrettanto paradisiache se non di più. L’ho raggiunta percorrendo circa tre chilometri a piedi dal punto di approdo del ferry attraverso un’area per lo più desertica (e sabbiosa, neanche a dirlo), ammirando un panorama incredibile di colline bionde, acque trasparenti e scogli scuri.



Le spiagge più belle di Lanzarote
Com’è il mare a Lanzarote? Beh, giudicate voi stessi guardando le foto. Il mare e le spiagge sono state una componente importante della mia vacanza, per quanto non abbia trascorso l’intera settimana a crogiolarmi al sole. Spiagge ce ne sono per tutti i gusti: da quelle più selvagge a quelle “comode” e facilmente raggiungibili. Avrete l’imbarazzo della scelta tra distese di sabbia finissima e litorali rocciosi e scuri. Dipende dai vostri gusti e da quanta voglia avete di addentrarvi per esplorare. Qui sotto le mie preferite, una meglio dell’altra.
Playa Papagayo e Playa de la Cera: indubbiamente le più famose e forse anche le più belle. Sono una accanto all’altra e si trovano nella punta sud dell’isola (Punta Papagayo, appunto), raggiungibili comodamente in auto seppur nascoste in un paesaggio roccioso e semi desertico. Entrambe sono le classiche cale da sogno, con acqua caraibica e sabbia dorata. Superata Playa de la Cera, proseguendo di circa 3 km verso nord si trova un’altra delle spiagge più famose di Lanzarote: Playa Mujeres.


Spiaggia dei surfisti di Famara: spostiamoci sul versante nord-ovest dell’isola. La spiaggia di Famara non è la più bella di Lanzarote, eppure… È quella che mi ha emozionato di più. Sarà che l’unico rumore percepibile quel giorno era quello del vento, sarà per la bellezza del paesaggio collinare attorno, o per l’eleganza delle movenze dei tanti surfisti che cavalcavano le onde, ma per me, l’incontro con Famara è stato davvero indimenticabile.

Playa Flamingo, Playa Blanca: una spiaggia “comoda” all’interno di un paesetto marittimo godibile e con una bel lungomare popolato da palme. Ottima per le famiglie e per concedersi un aperitivo o un pranzo al sole, in uno dei tanti locali subito di fronte.


Playa del Jablillo, Costa Teguise: Il litorale di Costa Teguise, località altamente vacanziera, alterna scogli chiari a piccole spiagge sabbiose. Playa del Jablillo è una di queste, per quanto, con molta probabilità, stenderete il vostro asciugamano in parte sulla roccia e in parte sulla sabbia. Quel giorno tirava un vento assurdo – non raro, a Lanzarote – per cui, dopo qualche ora trascorsa in spiaggia a scrollarmi la sabbia di dosso, ho preferito percorrere la passeggiata litoranea di Costa Teguise e, credetemi, ne è valsa la pena.


Playa de los Pocillos, Puerto del Carmen: Puerto del Carmen è nota per le sue spiagge chilometriche ad accesso libero e con sabbia finissima dove trascorrere l’intera giornata, con la comodità di avere a pochi passi qualsiasi tipologia di servizio e luogo di ristoro. Playa de los Pocillos mi è piaciuta anche più di Playa Grande, che si trova praticamente nel centro città. Probabilmente vi toccherà girare un po’ prima di riuscire a trovare un parcheggio per l’auto, ma non demordete: io ci sono riuscita sempre e a qualsiasi ora.

Come muoversi a Lanzarote?
Dopo i suggerimenti su cosa vedere a Lanzarote, passiamo a qualche dritta più pratica.
Con quale mezzo di trasporto visitare l’isola? Con l’auto, senza dubbio. Non ci ho neanche provato a dare un’occhiata alla mappa dei mezzi pubblici. So per certo che esistono dei bus che collegano le località più turistiche, e lo so perché ricordo di aver visto le persone ad aspettare alle fermate. Ma, secondo me, la scelta di noleggiare l’auto per girare un’isola come Lanzarote, piena di spiagge nascoste e pueblitos sparsi, è quasi imprescindibile. Sia per Lanzarote che per il mio prossimo viaggio a Tenerife mi sono rivolta all’autonoleggio più popolare delle Canarie: Cicar. Per una settimana di noleggio, con copertura assicurativa completa, mi sono goduta la mia Fiat 500 fiammante a meno di 150 euro.

Dove dormire a Lanzarote?
Posto che qui sul blog trovate già un articolo su questo argomento, con 10 indirizzi in cui soggiornare soprattutto se siete in vena di romanticismo, il suggerimento che vi do io è molto semplice. Se non avete nessun problema a guidare cercate di stare il più possibile al centro dell’isola. Io avevo affittato una stanza piuttosto economica a San Bartolomè, paesetto semplice semplice che si è rivelato comodissimo sia per la distanza dall’aeroporto di Arrecife (circa 20 minuti), che da Puerto del Carmen (dove andavo ogni sera). E oltretutto, era abbastanza equidistante sia dal nord che dal sud di Lanzarote, cosa che mi ha permesso di ridurre i tempi al volante. Se la sera volete far baldoria fino a tardi e al mattino godervi qualche ora di relax in spiaggia senza dover prendere l’auto, Puerto del Carmen è il posto che fa per voi (sebbene hotel e alloggi siano un po’ più cari rispetto ad altre zone).

Qual è il periodo migliore per visitare Lanzarote?
Considerato il clima meraviglioso del quale le Canarie godono 12 mesi su 12, vi direi tutto l’anno. Tuttavia, se volete tuffarvi nell’oceano e siete freddolosi come me, vi consiglio di andare in estate. A fine giugno, quando sono andata io, l’acqua era ancora bella fresca ma ci si poteva bagnare. Le temperature sono sempre state piacevoli; nelle ore più calde c’era comunque il vento a dare sollievo. La sera, e al mattino presto, toccava a volte indossare uno staterello in più. Immagino che anche la fine dell’estate, così come l’autunno inoltrato, siano periodi felici per visitare Lanzarote.
A livello di costi stagionali (di hotel, voli, autonoleggio), non ho notato particolari differenze tra il viaggio estivo a Lanzarote e quello che farò a Tenerife a fine aprile. Sicuramente non sono mai riuscita a prenotare per le Canarie in periodi come il Capodanno, quando i prezzi dei voli lievitano a dismisura. In generale, l’inverno per Lanzarote corrisponde all’alta stagione, e l’isola viene presa d’assalto dai viaggiatori nord europei in cerca della primavera.
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