Quartiere San Berillo di Catania

Una passeggiata nel quartiere San Berillo di Catania

Mi rivolgo ai catanesi all’ascolto: no, questo post non è uno scherzo. L’argomento è davvero San Berillo e vi racconterò della passeggiata che ho fatto alcuni mesi fa alla scoperta del quartiere. Per cui non stupitevi.

Comincio con il dare dei punti fermi, di modo che anche i non catanesi possano capirci qualcosa. San Berillo è uno dei quartieri di Catania dalla storia più lunga, complessa e controversa.
Si trova nel cuore del centro storico e occupa un’area che in molti (me compresa) hanno difficoltà a delimitare e definire. Volendo provare a tracciarne i confini sulla mappa della città potremmo dire che, per sommi capi, San Berillo si estende tra il Corso Sicilia e la via di Sangiuliano. Ma, appunto, per sommi capi. Vi basta sapere che ci troviamo a pochi passi dal regno dorato del Barocco catanese e dello shopping di via Etnea; a breve distanza dai locali di Piazza Teatro Massimo e dalle cartoline di Piazza Duomo. Turisti e abitanti camminano ogni giorno lungo percorsi paralleli ai vicoli “maledetti” di San Berillo e neanche se ne accorgono.

Provando invece a riassumerne la storia (sempre per sommi capi): da quartiere benestante, vissuto e abitato da alcune famiglie della Catania bene e arricchito dal fermento di botteghe e artigiani, è passato a essere una zona d’ombra, lasciata incompleta e abbandonata a se stessa con lo sventramento avvenuto negli anni’50 del secolo scorso. Sventramento che, di per sé, non è mai giunto a una conclusione se non quella di lasciare il quartiere a pezzi.
E così, San Berillo negli anni ha cambiato faccia decine di volte, è stato al centro di interessi e questioni urbanistiche senza fine e si è visto cucire addosso qualsiasi immagine, specie quelle meno edificanti. Vent’anni fa, quando andavo a scuola io, ma anche negli anni successivi, l’area di San Berillo era considerata off limits. Guai a metterci piede, guai anche solo a gettare un’occhiata nei vicoli. I motivi erano chiaramente i più scontati: i bassifondi, la prostituzione, lo sfruttamento, la criminalità.
Per molti catanesi, San Berillo ha sempre rappresentato il volto nero del centro storico di Catania. Qualcosa di cui si sapeva ben poco; ma un qualcosa assolutamente da evitare.

Palazzo de Gaetani a San Berillo

Palazzo de Gaetani, sede dell’associazione Trame di Quartiere a San Berillo

Passeggiata a San Berillo Catania

San Berillo district a Catania

Alla scoperta di San Berillo di Catania

Tutto questo fino a qualche tempo fa. Voglio dire, per molti San Berillo rimane ancora una zona off limits ma perlomeno, negli ultimi anni, sono stati accesi un paio di riflettori su ciò che avviene tra i suoi vicoli e all’interno della sua comunità. Il merito va ai progetti di rigenerazione urbana intrapresi dall’Associazione Trame di Quartiere, che mirano tanto a favorire l’integrazione tra gli abitanti di San Berillo quanto a intrecciare maggiormente un legame con il resto della città e aprire un dialogo con le istituzioni. Io ho conosciuto l’associazione prima tramite i social e poi seguendo su YouTube alcune puntate di San Berillo Web Serie Doc che, lo dico per chi fosse interessato, racconta perfettamente l’anima eterogenea di San Berillo, documentando in modo chiaro e approfondito la sua storia complessa.

Se durante la vostra permanenza a Catania avrete voglia di fare qualcosa di veramente insolito, qualcosa che per molti catanesi stessi rimane ancora un mistero, andate a curiosare sul sito o sulla pagina Facebook di Trame di Quartiere e prenotate per uno dei loro tour guidati alla scoperta di San Berillo, come quello cui ho partecipato io lo scorso dicembre.
Avrete modo di saperne di più sulla storia del quartiere ma, soprattutto, di conoscerne il presente.
E posso dirvi che il presente di San Berillo rappresenta un esempio straordinario di integrazione e trasformazione. Farete la conoscenza di alcuni degli abitanti e saranno loro stessi a raccontarvi la vita che c’è dietro quegli edifici vecchissimi, la normalità che si nasconde sotto strati e strati di pregiudizi. E la vera ricchezza di quella passeggiata, per me, sta proprio in questo incontro. Nella possibilità di ascoltare la voce, le speranze, le testimonianze di chi anima quelle strade, ci lavora, se ne prende cura, le ama (e ci combatte) giorno dopo giorno. 

Non a caso, io, personalmente, a San Berillo ho visto una comunità. Con le sue regole, i suoi difetti e i suoi aspetti positivi, proprio come in tutte le comunità del mondo. E secondo me il nocciolo della questione, il punto da evidenziare è proprio questo. Ed è quello che rimane una volta esaurite le discussioni sui massimi sistemi come il degrado, le case occupate e la prostituzione. E sono contenta di aver conosciuto questa comunità così straordinaria, anche se solo per poche ore. Ma soprattutto sono contenta del fatto che a Catania, un tempo decisamente più impenetrabile da certi punti di vista, negli ultimi anni si stiano aprendo diversi spiragli di luce, culturali e non solo.

 

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