Abruzzo cosa vedere

Abruzzo, cosa vedere per un viaggio indimenticabile

Era la terzultima regione d’Italia mancante al mio elenco. E mi attirava con un bagaglio di promesse urgenti e soprattutto necessarie, dopo i due anni tremendi che avevamo alle spalle. E così, l’estate 2021 è stata la volta dell’Abruzzo e di un viaggio meraviglioso di due settimane che ci ha permesso di conoscere una regione così variegata ma ancora poco esplorata. Sì, perché quando si parla di visitare l’Abruzzo il più delle volte ci si limita a menzionare località marittime come Vasto, Pescara e la romanticissima Costa dei Trabocchi. Oppure alcuni tra i borghi più belli d’Italia, come Pescocostanzo e Santo Stefano di Sessanio. O, ancora, luoghi particolarmente noti (e fotogenici) come Campo Imperatore e Rocca Calascio. L’Abruzzo che abbiamo conosciuto noi durante il nostro viaggio è stato tutto questo e molto altro. Quelli che vi propongo qui sono i miei consigli su cosa vedere in Abruzzo, e fanno quindi riferimento esclusivamente alla mia esperienza e all’itinerario che avevo costruito io prima di partire. Ma sappiate che di itinerari, per scoprire l’Abruzzo, se ne potrebbero pensare decine. E le cose da vedere non si esauriscono certo con la lista che trovate qui di seguito. C’è un tessuto storico e culturale così denso e un patrimonio naturalistico talmente enorme che occorrerebbero mesi. Per non parlare di quell’Italia bellissima, riservata e dal volto inedito e un po’ selvaggio che, pagina dopo pagina, tappa dopo tappa, si è progressivamente svelata ai nostri occhi. Ecco, forse era questa la promessa più urgente.

Abruzzo, cosa vedere e cosa fare

Sono stata in Abruzzo la scorsa estate per due settimane, in agosto. Che se per la maggior parte delle destinazioni è un mese poco felice, con l’Abruzzo si sposa tutto sommato bene (fatta eccezione per un paio di località piuttosto turistiche).
Il mio itinerario si è concentrato sulle province di Chieti, Pescara e L’Aquila; con una settimana in più avrei volentieri esplorato anche il territorio di Teramo e dintorni, che mi dicono sia molto interessante. Ma ho davvero fatto fatica a selezionare le tappe da fare: in quanto a luoghi da visitare in Abruzzo c’è solo l’imbarazzo della scelta. Conviene affidarsi al proprio cuore e concentrarsi sulle cose che solitamente si desidera vedere quando si viaggia. Noi cercavamo la natura e ci siamo sbizzarriti con sette trekking. Ma dato che io amo anche le città e i borghi, ne è uscito fuori un bel mix.
A proposito dei trekking, tutti quelli citati nei prossimi paragrafi sono illustrati nel dettaglio
in questo articolo sull’escursionismo in Abruzzo.
Stesso discorso vale per i borghi: qui trovate un approfondimento sui dieci borghi abruzzesi che non dovete perdere, ma i miei preferiti sono riportati anche nei prossimi paragrafi. 

Valle dell’Orfento

Il nostro primo saluto all’Abruzzo lo abbiamo dato qui, tra i sentieri freschi e ombrosi di questa valle lussureggiante e scavata nel cuore della Majella. La prima tappa del nostro viaggio ci ha svelato l’Abruzzo che abbiamo inseguito anche nei giorni successivi, con paesaggi pazienti e silenziosi, in cui la natura la fa da padrona e in cui tutto sembra ancora dover accadere. Eppure, lungo il percorso B2 che dal centro visite di Caramanico Terme segue il fiume Orfento addentrandosi tra boschi, gole rocciose e micro spiagge di sassi bianchi, qualcuno lo abbiamo incontrato. La bellezza (e i dettagli tecnici) del nostro primo trekking in Abruzzo ve li ho già descritti nel post dedicato alle escursioni da non perdere durante una vacanza, qui ribadisco ancora una volta quanto la Valle dell’Orfento ci abbia stretto tra le sue braccia accoglienti, offrendoci ombra e riparo dalle temperature di agosto e mostrandoci quei panorami che abbiamo continuato a cercare per tutto il viaggio.

valle dell'Orfento nella maiella
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Santo Stefano di Sessanio

Dalla Majella ci spostiamo al Parco Nazionale del Gran Sasso.L’ambientazione, qui, è molto diversa: la montagna si respira più forte. La natura è ancora onnipresente, ma i boschi hanno lasciato il posto a un paesaggio per lo più dorato e quasi lunare. Da questa distesa senza fine, ogni tanto emergono dei centri abitati piccolissimi, come quello che vi racconto adesso. Santo Stefano di Sessanio è uno dei borghi più belli della regione, oltre a essere uno di quelli più conosciuti. Deve, infatti, parte della sua fama per la stretta vicinanza a Rocca Calascio. Prima di raggiungere il Castello di Ladyhawke, però, vaghiamo ancora un po’ nel paesino. Un micro labirinto di stradine acciottolate e costruzioni in pietra vecchissime, all’interno delle quali si aprono botteghe, locande e negozi di souvenir. Oltre alle case degli abitanti, ovviamente. Gli scorci che il borgo regala sono infiniti: quelli che guardano all’interno dei suoi vicoli sono tanti quanto quelli che invece si spalancano sui monti attorno.

Rocca Calascio

Qual è uno dei primi posti da visitare in Abruzzo? A detta dei più, è senza dubbio Rocca Calascio. E confermo anche io. Sarà che quel giorno non vedevo l’ora di trovarmi al suo cospetto, per cui ho percorso una salita di un’ora e mezza e 200 metri di dislivello quasi con le ali ai piedi (ma che fatica!). Del trekking straordinario che da Santo Stefano di Sessanio conduce a uno dei castelli più panoramici d’Italia vi ho parlato nel post linkato prima.
Se non fosse per il continuo andirivieni di viaggiatori che nel mese di agosto raggiungono Rocca Calascio, il luogo sarebbe avvolto nel silenzio, fatta eccezione per il sibilare costante e leggero del vento. La rocca è ciò che rimane di un castello del XV secolo, che nel tempo ha conosciuto diverse fasi alterne di ricostruzione e abbandono. Quasi del tutto abbandonato, il borgo medievale che si trova subito ai suoi piedi, sul versante opposto a quello al quale conduce la camminata. A pochi passi, la piccola Chiesa di Santa Maria della Pietà.
“Sempre insieme, eternamente divisi” mi risuonava in testa mentre riprendevo fiato all’ombra del castello, cercando di assorbire il più possibile l’immenso panorama dorato che avevo davanti. Quello che ho pensato in quel momento, e che penso tuttora, è che le parole a volte facciano fatica a catturare la bellezza (e l’essenza), ma per fortuna esistono gli occhi. E che il castello di Ladyhawke sia davvero uno dei luoghi più incredibili sui quali ho avuto la fortuna di affondare lo sguardo.

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L’Aquila

Per L’Aquila avevo una curiosità a mille. Faticavo a immaginarla, nonostante avessi sfogliato svariati album fotografici. Sapevo che viverla “da dentro” sarebbe stato molto diverso.
Ho trovato ad aspettarmi una città forte, fiera, con il suo spirito di località quasi montana e la sua identità giovane di città universitaria. L’Aquila è circondata dal verde degli alberi e delle colline. Il verde la circonda e la permea, definendone fortemente il carattere e il profumo dell’aria.
Da vedere ci sono le sue chiese splendide, a partire dalla Basilica di Collemaggio, il “monumento” de L’Aquila, per proseguire con il Duomo e la Chiesa delle Anime Sante, che popolano la piazza principale. Ad ammirare il panorama e una parte di quel verde che impreziosisce il tessuto urbano si può andare al parco del Forte Spagnolo. Per scoprire un po’ della storia e della forza della città basta cercare la meraviglia marmorea della Fontana delle 99 Cannelle, luogo iconico e bellissimo.

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cosa vedere a L'Aquila la fontana delle 99 cannelle

Chieti

Con grande probabilità, Chieti è stata la sorpresa più grande di questo viaggio. La città gradevole che non mi aspettavo. Forse anche perché era quella della quale non conoscevo quasi nulla. E invece ci è piaciuta così tanto che vi abbiamo fatto ritorno una seconda volta. Se mi chiedete cosa visitare in Abruzzo non posso fare altro che raccomandarvela.
Chieti è una città storica, colma di testimonianze come quelle lasciate dai romani: l’Anfiteatro, i Tempietti del III secolo e le reliquie custodite nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo. Ha un suo stile liberty sbarazzino e al tempo stesso monumentale, evidente ad esempio passeggiando tra i bei palazzi del Corso Marrucino, la strada principale. La Cattedrale di San Giustino è una delle chiese più belle tra quelle che ho visitato durante il mio viaggio in Abruzzo, complice la presenza silenziosa della cripta sotterranea. Ho amato, poi, il quartiere della città vecchia, che si sviluppa in un labirinto di edifici vecchissimi e colorati. Tra questi, a un tratto, si apre una piazzetta speciale, semiporticata, che un tempo ospitava la vecchia Pescheria e che ha le sembianze di un piccolo anfiteatro.
Chieti è una città di salite e discese, tutte da percorrere a piedi; quando vorrete fermarvi e godervi la sua indole pacifica e rilassata dirigetevi verso i giardini della bella Villa Comunale, nei pressi del Museo Universitario.
 

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Vasto

Un’altra località meravigliosa, questa volta lontana dai monti ma condita con l’atmosfera festaiola e vibrante delle città di mare.
Vasto è il posto in cui vorrei tornare per una vacanza al profumo di estate e di sole, per godere dei suoi concerti in piazza e degli aperitivi all’aperto. E tuttavia, è perfetta per chi si chiede cosa vedere in Abruzzo in qualsiasi stagione.
Una cittadina monumentale, ricca di chiese e palazzi storici, ma è indubbio che il mio cuore sia rimasto nella passeggiata del belvedere, con lo sguardo perso nell’Adriatico azzurro.

Tra i luoghi più importanti da vedere vi sono Piazza Rossetti, il bel Duomo dedicato a San Giuseppe e il Castello Caldoresco. La costa dei Trabocchi, con la meravigliosa riserva di Punta Aderci, è a un tiro di schioppo.  

Vasto tra le città di mare da visitare

Le spiagge e la Costa dei Trabocchi

Sebbene il nostro itinerario di viaggio si sia concentrato soprattutto sulle altezze e i parchi naturali (e credo ci vogliano mesi per esaurire l’immenso patrimonio naturalistico della regione), tra le cose da vedere in Abruzzo vi sono senza dubbio anche le spiagge. Non parliamo di un litorale qualunque, ma della splendida costa disseminata di piccole palafitte di legno che tuffano le proprie fondamenta nel mare.
L’unico rimpianto che ho del viaggio si lega proprio al fatto che avrei voluto godermi molto più l’Adriatico; posso infatti consigliarvi solo due spiagge, grandi, comode e poco affollate: la spiaggia di Torino di Sangro e quella di Fossacesia, quasi confinanti. In generale, e a quanto mi è stato suggerito prima di partire, la bellezza del litorale e delle acque abruzzesi dà il meglio di sé nel tratto a sud di Ortona. La riserva paradisiaca di Punta Aderci, che ho citato prima e che è uno dei luoghi più rinomati della regione, si trova praticamente al confine con il Molise.

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L’Eremo di San Bartolomeo di Legio

Torno ad atmosfere più mistiche. Chi è in cerca di spiritualità, in Abruzzo non verrà deluso. E a questo proposito, tra i luoghi da inserire nel proprio itinerario non possono mancare due degli eremi più importanti della regione. Il primo è l’Eremo di San Bartolomeo di Legio, che si trova nel comune di Roccamorice ed èimmerso nel panorama verde della Val Giumentina. Vi porto ancora una volta nella Majella.
La sua è la tipica collocazione che di solito si attribuisce a un luogo sperduto; d’altronde, all’eremo di San Bartolomeo si arriva solo a piedi. La camminata che conduce lì non è lunga e neanche particolarmente complessa (trovate sempre tutti i dettagli nell’articolo sui trekking abruzzesi che ho linkato su); il percorso, invece, è alquanto spettacolare. Ma nulla in confronto alla meraviglia di trovarsi al cospetto di un monastero del 1200 scavato nella roccia e sospeso su un costone. La facilità del percorso lo rende una delle tappe più ambite dai turisti; tuttavia, parliamo di un luogo talmente speciale che non vi consiglio affatto di trascurare. Prendetevi il vostro spazio e il vostro tempo per ammirarlo, non badate troppo alla gente che avrete attorno.

L’Eremo di Santo Spirito

Come dicevo, tra i consigli su cosa vedere in Abruzzo spiccano i luoghi saturi di sacralità. Dopo l’Eremo di San Bartolomeo di Legio, la seconda tappa della giornata è stato l’Eremo di Santo Spirito. Una tappa particolarmente attesa e sudata, perché raggiunta al termine di un trekking di quattro ore (in cui ci è toccata persino la pioggia). Non temete: noi abbiamo voluto faticare, ma a differenza del primo eremo, Santo Spirito è comodamente raggiungibile in automobile.
Anche in questo caso, la natura regna sovrana e sovrastante: come San Bartolomeo, anche Santo Spirito condivide parte della sua struttura chiara con la roccia. Quello che appare, dopo aver percorso il vialetto d’ingresso, è un paesaggio che sembra volersi nutrire di ciò che l’uomo ha realizzato, fino quasi a inglobarlo in sé, a farlo sparire. E tuttavia, l’eremo di Santo Spirito resiste nella sua valle da all’incirca mille anni.
Siamo rimasti seduti almeno mezz’ora sulla panchina di fronte per ammirarlo (e riprenderci dalla camminata). Nonostante il grigiore del maltempo in arrivo, sembrava luccicare come un diamante incastonato nella montagna.
 

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Sulmona

Mi ricorda fortemente il suo cielo azzurro, che quella mattina emanava una luce quasi accecante. Con Sulmona atterriamo in una cittadina vivace e colorata, un’altra meta ottima e godibile per una gita in giornata. Il suo centro storico raccolto si presta alle passeggiate e alla macchina fotografica; gli scorci da inquadrare non si contano. Così come i monumenti: non solo chiese, palazzi e statue ma a Sulmona persino i confetti sono delle opere d’arte. Che danno vita alle composizioni più belle (e saporite) e voi vorrete appropriarvi di ogni vetrina che incontrerete. Sono tante le confetterie storiche in giro per la città, ma la fama dei confetti Pelino batte tutti.
La celebrità di Sulmona si lega alla dolcezza ma anche a Ovidio, che qui ebbe i natali. A ricordarlo, la statua a lui dedicata e collocata in uno degli angoli più carini della strada principale. Tra le chiese, meritano Santa Maria della Tomba, la Casa Santa della Ss. Annunziata e la splendida Cattedrale dedicata a San Panfilo (che assieme al Duomo di Chieti è un’altra delle chiese più belle visitate durante il viaggio). Ma quello che rende davvero speciale Sulmona (oltre ai confetti, torno a dire) è l’acquedotto medievale, che taglia in due una delle piazze più importanti della città regalandole, con la sua geometria solida, un aspetto straordinario.

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Pacentro

Poco distante da Sulmona si trova Pacentro, che è in assoluto uno dei miei borghi abruzzesi preferiti. Lo abbiamo raggiunto per l’ora del pranzo. Un orario fortunato, che ci ha permesso di godere delle sue stradine assolate in solitaria e di ascoltare la vita che usciva dalle case. Il tintinnio di piatti e stoviglie, le tv accese e il richiamo a tavola da parte di qualche mamma ci hanno catapultato nelle quotidianità di questo puntino microscopico della Majella.
Le luminarie variopinte ma spente, segno di una festività imminente (o appena trascorsa, chissà) che sovrastavano ogni vicolo, le sedioline lasciate davanti all’uscio, le strade desolate, le insegne antiche degli anni che furono. Un’immersione totale in cosa voglia dire Sud. Un’essenza che nel profondo sento sempre appartenermi ma con la quale ho bisogno periodicamente di ricongiungermi, per non dimenticarla.

Gole del Sagittario

Ecco un altro suggerimento per gli amanti della natura e delle passeggiate che si chiedonocosa fare in Abruzzo.D’altronde, dopo boschi, monti e parchi naturali potevamo mai farci mancare un’oasi del WWF? E inoltre non avrei mai potuto escludere dal mio itinerario un luogo che porta il nome del mio segno zodiacale!
E così, abbiamo fatto un pezzo di cammino assieme al fiume Sagittario, addentrandoci nella riserva delle sue Gole, ai piedi del borgo di Anversa degli Abruzzi.
Abbiamo seguito il cosiddetto Sentiero del Fiume per poi proseguire nel percorso classico che indicano tutte le guide (per maggiori dettagli, ricordatevi che ho scritto un altro post sui trekking abruzzesi!). La camminata dentro la riserva è piacevole, rilassante e piuttosto facile. Le tante postazioni presenti spiegano in quali specie animali e vegetali è possibile imbattersi lungo il percorso. Il territorio della riserva è prettamente boschivo, fresco e riparato dal sole. Solo l’ultimo tratto del sentiero, quello che conduce al borgo di Castrovalva, è su cemento. Anche da queste parti, fatta eccezione per le aree picnic, si ha la sensazione di essere totalmente soli e a tu per tu con la natura e i suoi respiri. L’aria profuma di mille odori diversi. La voce più forte è quella del fiume che corre.

percorso dalle gole del sagittario a castrovalva

Castrovalva

Dopo l’arrivo trionfale a piedi ci siamo dedicati alla visita del borgo (se non altro, anche per riposarci e sbocconcellare un panino).
In inverno, a Castrovalva vivono poche decine di anime (se non addirittura una decina). Nei periodi di alta stagione come l’estate (e immagino il Natale), gli abitanti aumentano con l’arrivo dei villeggianti. Da quello che ho captato dai discorsi delle poche persone incontrate, Castrovalva è un borgo di seconde case; gli abruzzesi vengono qui in vacanza e si danno il cambio di settimana in settimana con altri membri della famiglia. Il borgo è solitario, silenzioso, nascosto. Probabilmente, a parte i residenti e i villeggianti, qui ci arriva solo chi percorre fino alla fine il trekking delle Gole del Sagittario, come abbiamo fatto noi. Non vi sono quasi negozi, a parte un mini market che fa anche da bar e da punto di ritrovo e una o due locande. Castrovalva è l’essenza di un Abruzzo dal volto inedito e bellissimo.

Lago di Scanno

Cosa vedere in Abruzzo secondo tutte le guide e i travel blogger del mondo? Avete capito benissimo: mi riferisco al lago di Scanno. Lo specchio di acqua verde e azzurra che, da una certa altezza, ha la stessa forma del cuore. Ecco, vorrei potervi dire che ho percorso il famoso sentiero che dal borgo conduce alla riva, oppure che ho camminato seguendo il perimetro del lago e catturato ogni angolo con la mia fotocamera. E invece non ve lo dirò. Perché arrivare al lago di Scanno nel primo pomeriggio di una domenica assolata di agosto non è stata la migliore delle idee. Voi, se potete, preferite i periodi fuori stagione, quando la statale stretta che lo costeggia non si riduce a una fila interminabile di auto e quando i posteggi sono facilmente individuabili. Altrimenti è il caos più totale. Tuttavia, alla fine sono riuscita ad avvicinarmi alle sue acque cristalline, anche se per poco. E ne ho comunque compreso la meraviglia.
Vi lascio un piccolo consiglio: poco prima di arrivare al lago di Scanno, dalla stessa statale scorgerete un altro lago (più piccolino) dalle acque limpide e dai colori impressionanti. È il lago di San Domenico, su una delle cui sponde vi è l’Eremo che porta il suo nome e che è circondato da una riserva naturale (che porta sempre lo stesso nome). L’ho visto molto velocemente passando con l’auto, ma vi assicuro che se potessi tornare indietro mi fermerei lì piuttosto che proseguire. 

Pescocostanzo

Pescocostanzo ha tutta l’aria dei borghi di montagna. All’ingresso del paese, abitazioni e strutture turistiche esibiscono forme e fattezze delle baite di alta quota, e d’altronde qui siamo quasi a 1400 metri di altitudine.
In estate, il centro di Pescocostanzo è tutt’altro che solitario. Si passeggia su e giù per il corso principale, ci si siede intorno alla fontana e su ogni panchina disponibile, si sorseggiano te, caffè e aperitivi ai tavolini dei bar. Ma quello che per i frequentatori non assidui come me è impossibile non fare è rincorrere con la fotocamera i tanti vasi colmi di fiori colorati che popolano balconi e davanzali. Siamo ad agosto, ma è come se la primavera fosse esplosa in tutte le sue sfumature.

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Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia

Non era tra le abbazie che avevamo programmato di visitare (e che poi, per un motivo o per un altro non siamo riusciti a vedere). Ci siamo accorti di lei dall’autostrada, mentre ci dirigevamo verso la spiaggia di Fossacesia. Da lì è impossibile non notare questo complesso antico e imponente che ti osserva dall’alto della collina, con il suo splendido belvedere sull’Adriatico.
L’Abbazia di San Giovanni in Venere è stata fondata poco dopo l’anno Mille e nel corso dei secoli ha conosciuto diversi cambiamenti e ristrutturazioni che l’hanno resa la bellezza che ancora oggi abbiamo la fortuna di conoscere. L’interno della struttura è impreziosito dagli affreschi del Duecento, che si trovano nella cripta dove sono custodite anche le spoglie di Trasmondo II, conte di Chieti e fondatore dell’abbazia. Ma è splendido perdersi tra i fiori e le siepi che affollano il giardino del chiostro. Il portico regala gli scorci più belli sul profilo sinuoso della chiesa.

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Campo Imperatore

Una delle risposte più ovvie quando si chiede cosa vedere in Abruzzo. Un luogo indescrivibile. Cioè, dal punto di vista geografico lo si può descrivere benissimo: Campo Imperatore è l’altopiano più vasto degli Appennini, si trova nel Parco Nazionale del Gran Sasso e la sua altitudine oscilla tra i 1500 e i 1900 metri. È delimitato da cime spettacolari, alcune delle quali superano i 2500 metri. È un’impresa ardua spiegarlo dal punto di vista emozionale. Una distesa avvolgente che ti regala allo stesso tempo il nulla e la totalità, il silenzio e la vita, il vento che ghiaccia e il sole scottante. La nebbia fitta delle 7 del mattino e il sudore del mezzodì. Si attraversano e si scavallano quei colli morbidi perseguendo l’illusione di essere soli che più soli non si può, quando invece così non è. Campo Imperatore brulica di vita, animale e vegetale in primis, ovviamente. C’è tutto quel che serve. I cani pastore, le pecorelle appena nate, le mucche che pranzano sornione sull’erba con il vento che agita i loro campanacci, i minuscoli crochi viola, le miriadi di insetti che non danno tregua a te che cammini.
Ancora adesso, a mesi di distanza da quel viaggio, mi viene la pelle d’oca. Il mio Abruzzo in gran parte è dipinto lì.
(PS: a Campo Imperatore siamo stati due volte e abbiamo percorso due sentieri diversi, quello dei Tre Laghetti e quello per Valle Caterina. Li trovate entrambi nell’articolo sull’escursionismo).

escursionismo abruzzo

Alba Fucens

A tutta la meraviglia che l’Abruzzo ci ha regalato durante le nostre due settimane di permanenza non poteva mancare un’antica città romana del IV secolo a.C.
Alba Fucens è un luogo incredibilmente vivo e ben conservato. Si trova all’interno del comune di Massa d’Albe, in un territorio che è stato pesantemente danneggiato dal sisma dei primi del Novecento; dove un tempo c’erano strade e palazzi dall’aspetto tipicamente medievale, oggi ci sono casette basse e piccoli condomini. La differenza tra ieri e oggi l’abbiamo potuta scoprire anche grazie alla mostra fotografica allestita all’interno della Chiesa di San Nicola, nella piazza principale del paese.
Torniamo alla città romana. Il sito archeologico di Alba Fucens è visitabile gratuitamente e l’accesso si trova nel centro del paese. Bellissima la passeggiata tra i Fori, così come la vista dell’antico Anfiteatro.
Il sito archeologico e il paesino sono dominati dalla collina di San Nicola, dove c’è il borgo medievale, ormai praticamente disabitato. Qui si trovano i ruderi dell’antico castello e un albergo diffuso, in parte ricavato ristrutturando le vecchie strutture preesistenti. Salite anche da queste parti, mi raccomando. La vista dai ruderi regala l’immensità del paesaggio circostante il Monte Velino, che è uno dei tanti panorami meravigliosi ai quali questa regione straordinaria ci ha abituato. 

borgo medievale di alba fucens
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Aielli

Se amate i colori non dovete perderlo. Aielli è un piccolo borgo del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, che si trova a circa un’ora di auto da L’Aquila. Desideravo fortemente visitarlo, come desidero sempre fortemente conoscere i luoghi che promettono street art a non finire. E Aielli non mi ha deluso: le opere sono tante, variegate e variopinte. La street art ha saputo calarsi perfettamente nel contesto riservato e antichissimo del borgo, dandogli luce, bellezza e storie da raccontare. Tra gli artisti che hanno aderito al progetto Borgo Universo, responsabile della carica di energia che Aielli sprizza da tutti i suoi muri, spiccano i nomi di Millo, Ericailcane, Agostino Iacurci e tanti altri. 

Gole di Fara San Martino e il Monastero

Avete presente i canyon?Ecco, sappiate che potrete vederne uno senza dover volare per forza negli States. Tra i luoghi da visitare in Abruzzo segnalo quindi le Gole di Fara San Martino, nella Majella, alle quali si arriva facilmente dopo una breve camminata. Il percorso tra questi giganti di pietra liscia e chiara conduce a un altro piccolo tesoro nascosto: il monastero di San Martino, che come gli altri eremi di cui vi ho parlato è anch’esso un tutt’uno con la roccia che lo sovrasta. Potrete osservarlo da una certa distanza, il sito è infatti protetto.
In tutto questo, terrete gli occhi perennemente all’insù. Il sito è circondato dai monti, tra cui svetta il Monte Amaro (a 2800 metri di altezza).
Vi lascio ancora un piccolo suggerimento: a neanche mezz’ora di auto da Fara si trova il lago di Sant’Angelo, nel comune di Casoli. Di per sé, il lago non è nulla di eccezionale, ma il parco che lo circonda e le sue fantastiche aree attrezzate (con tanto di panchine coperte) vi regaleranno ore preziose di silenzio, solitudine e quiete profonda.

In canoa sul fiume Tirino

Una delle esperienza più carine e divertenti del nostro viaggio di due settimane in Abruzzo è arrivata al termine della vacanza, il giorno prima di ripartire. E devo ammettere di averci davvero azzeccato prendendo contatto con la cooperativa Il Bosso e prenotando un giro in canoa sulle acque del verdissimo fiume Tirino. Il fiume, uno dei più limpidi e puliti d’Italia, scorre nella valle omonima, in provincia dell’Aquila. Il vantaggio di aver preso parte a un’escursione in canoa in compagnia di un team di esperti ci ha permesso sia di apprezzare il fiume in sé, la sua tranquillità e i suoi colori, e sia di imparare a conoscere quel microcosmo fatto di tantissime specie vegetali e animali che lo popolano. I più impavidi del gruppo hanno approfittato di una pausa a canoe ferme per concedersi un tuffo nelle acque del Tirino non proprio caldissime. La seconda parte della navigazione è avvenuta nel silenzio più totale, nel rispetto e nell’ascolto profondo e attento dei rumori del fiume.

passeggiata in canoa sul fiume tirino in abruzzo

Navelli

E infine, last but not least, ancora un borgo. Chiudo i miei consigli su cosa vedere in Abruzzo con la delicatezza di Navelli, che come ho raccontato nel mio post sui borghi ho visitato in compagnia di una guida della proloco, cosa che ha rappresentato il valore aggiunto della giornata.
Navelli è un luogo di silenzi. L’Abruzzo di Navelli è quello che ne ha passate di ogni e che, anche se sembra immutato nei secoli, in realtà di uguale non ha quasi mai nulla. Navelli, oggi, è quasi del tutto disabitato. Si passa davanti a quegli usci chiusi, quelle finestre rimaste spalancate, quei muri consumati dai quali si scorge il cielo. Eppure si intuisce benissimo che, un tempo, Navelli deve essere sembrato un gioiello a chi lo vedeva per la prima volta. Ma a giudicare dalla presenza di un B&B e qualche appartamento rimesso a nuovo, forse qualcosa sta cambiando ancora.
 

Se state pianificando le vostre prossime vacanze alla scoperta dell’Italia, vi suggerisco la lettura dei miei itinerari in Sicilia, Umbria, Emilia-Romagna, Langhe, Marche e Friuli Venezia Giulia.
Se invece non vedete l’ora di andare al mare vi consiglio i miei post sull’isola di Lussino, il mio on the road in Istria, le spiagge più belle della Sicilia Orientale, le località più suggestive del Salento, cosa vedere ad Aveiro e cosa fare tre giorni a Valencia.

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